Sarà solo una questione di colori? È in atto una regressione ecologica in provincia

Mentre si dibatte e si legge molto sulla salute del nostro pianeta non mi sono sfuggiti alcuni particolari minori, ma significativi. Pur non essendo uno specialista, osservo le varie questioni ambientali e naturalistiche.

Da sette anni noto una perdita d’interesse nel differenziare i rifiuti; il forte sisma del 2016 non ha aiutato di certo. Per esempio a Civitanova Marche qualche anno fa i sacchetti gialli dell’indifferenziato  avevano il chip, ora non più. Le persone sconsiderate li “lasciano” un po’ ovunque, approfittando che non sono più dotati del chip identificativo. In realtà, se lo si volesse realmente, aprendoli sarebbe un gioco da ragazzi individuare chi li ha abbandonati. Mancano solo gli ispettori ambientali!

Nel 2008 il Cosmari nell’ambito della campagna “Abbiamo a cuore il nostro territorio” distribuì a Enti e Uffici pubblici degli scatoloni verticali di tre tipi: “solo plastica”, “carta” e “quello che non puoi differenziare”. Ci fu una anche campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per invitarli alle buone pratiche della raccolta differenziata. Tali campagne vengono portate avanti annualmente con la distribuzione gratuita del calendario delle raccolte. Ebbene, in uno stabilimento termale da un paio d’anni ho notato e fotografato quei raccoglitori di cartone: sono pieni di rifiuti non differenziati e mescolati, nonostante le diciture a caratteri cubitali li distinguano chiaramente.

Solo plastica – pieno di carta

Indifferentemente indifferenziato – Nel Maceratese non è difficile vedere dei raccoglitori esterni multipli a due, tre e quattro posti. Ho notato che qualcuno vi getta qualcosa senza distinguere. All’interno di questi raccoglitori multipli i sacchetti (poi ritirati dagli addetti), non sembrano corrispondere più ai colori in uso nella nostra Provincia, ossia l’azzurro per la plastica e il barattolame e il giallo per l’indifferenziato. Alcuni raccoglitori a due, inizialmente per carta e plastica, sono stati riconvertiti a un solo tipo: indifferenziato. Si nota dal sacchetto giallo interno in entrambi gli scompartimenti. Saranno avviati al recupero separati o no? Chissà!

Da “plastica e carta” a unico giallo

Che fine faranno? – C’è da chiedersi se quei materiali saranno considerati rifiuti e interrati in discarica oppure risorse e avviate al corretto recupero. Questo particolare fa la differenza per le nuove generazioni. Eppure mi era sembrato di aver capito che il Cosmari ai Comuni che consegnano rifiuti indifferenziati applichi una tariffa più alta, rispetto a quelli differenziati. Inoltre, di recente sono stati installati nelle strade nuovi raccoglitori a un solo scompartimento! In barba a chi separa diligentemente in casa. In sostanza una buona parte delle persone non fa più caso a differenziare… con il tacito assenso delle amministrazioni comunali, che nulla fanno per contrastare questo fenomeno con indicazioni, cartelli, incentivi e altro.

Cambiamento o crisi climatica? – Come si riuscirà a tentare di rallentare il degrado del pianeta ne momento in cui ognuno – nel suo piccolo – non fa più la sua parte? O vogliamo che i rifiuti di ogni genere (cicche di sigarette, chewing-gum, barattoli, pile, farmaci, inquinanti vari, ecc.) apportino ai terreni, ai mari e agli oceani la stessa devastazione causata dalla plastica? Alcune persone associano il parlare di ambiente alla noia, alla tristezza e alle rinunce. Per questo “The Guardian” (autorevole quotidiano inglese fondato nel 1821) non parla più di cambiamenti climatici, ma di crisi climatica.

Eno Santecchia

7 ottobre 2023

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