Visti i servizi sui telegiornali della situazione meteo in Emilia Romagna, Toscana e Marche mi sono commosso. La tragedia è stata veramente enorme. Però forse poteva essere evitata. Qualche anno fa, avevo scritto sulle pagine de La rucola un articolo in cui dicevo che, per evitare tragedie future, bisognava pulire accuratamente fossi e fiumi e rinforzare gli argini ma, soprattutto, lasciare libere le zone golenali (le “ròte” in dialetto ) che avrebbero consentito al fiume di uscire senza fare danni eccessivi.
Certo, ciò che è successo è stato tremendo ma, oltre questo, a commuovermi è stato anche un altro fatto… cioè i giornalisti, uomini e donne dei telegiornali, i quali non ricordando che in occasione delle grandi nevicate erano stati ridicolizzati per i servizi fatti sotto la neve e definiti, con ironia, “innevati speciali” anziché inviati speciali, ci sono ricaduti! Sprezzanti del pericolo, intrepidi e coraggiosi, hanno fatto i loro servizi col fango sino alle caviglie. Uno, addirittura, anche sotto la pioggia e sono sicuro che il giorno dopo costui ha avuto un forte dolore alla testa. Voi mi direte: “Perché?”
La risposta è semplice: “Quasi sicuramente gli stava spuntando l’aureola!” Allora, per questi giornalisti televisivi che amano… sguazzare nel fango propongo, appena tutto sarà sistemato, di trovare una piazza dove erigere un monumento così realizzato: due giornalisti, un uomo e una donna, con il microfono in mano, gli stivali e il fango sino alle caviglie con scritto sul piedistallo (viste e considerate le precedenti esperienze innevate) Errare humanum est perseverare autem diabolicum.
Cesare Angeletti “Cisirino”
30 settembre 2023