Il racconto dell’uomo col cane, che aiuta a pensare prima di aprire la bocca e sparlare

Vi siete mai accorti di quanta gente ogni giorno, nei post, si occupa della cacca dei cani? La fotografano con sdegno e se la prendono con quel maleducato del padrone che, per fargli fare il bisognino, lo ha portato su quella strada piuttosto che in mezzo i campi. Eppoi, che incivile quella persona che non ha tirato fuori il sacchetto e non si è inginocchiata per  raccoglierla.

Non so se capita solo a me ma ogni giorno vedo che a portare fuori il cane, spesso, sono persone anziane (è troppo dire vecchie?). Gente che non ce la fa neppure a chinarsi per allacciarsi una scarpa e, più che portare a spasso il cane, viene portata dal cane a prendere una boccata d’aria. Anziani senza forze che qualcuno non lesina a “etichettare” con processi sommari e condanne fatte di male parole.

Processi che, invece, nessuno fa a chi butta le bottiglie vuote lungo le stesse strade, o a chi cosparge il terreno di cicche di sigarette, o a chi sputa le gomme americane che poi si attaccano sotto le scarpe, o a chi lascia in giro i fazzoletti sporchi di “mòcciolo”. Per quanto ne so la cacca di un cane si dissolve in pochi giorni, una bottiglia rotta o una Tetrapak, invece, inquinano per 1000 anni. Ecco. Fatto questo piccolo sfogo, ora, vi trascrivo un bel racconto che mi ha molto colpito.

Il racconto dell’uomo col cane

Un uomo camminava per una strada con il suo cane. Si godeva il paesaggio, quando a un tratto si rese conto di essere morto. Si ricordò di quando stava morendo e che il cane, ora al suo fianco, era morto da anni. Si chiese dove li portava quella strada… dopo un po’ giunsero a un muro bianco molto alto che la costeggiava e che sembrava di marmo, questo in cima a una collina s’interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole. Quando vi fu davanti osservò l’arco: era chiuso da un cancello che sembrava di madreperla e la strada percorsa per giungere al cancello sembrava di oro puro.

Con il cane accanto s’incamminò verso il cancello, dove a un lato c’era un uomo seduto a una scrivania. Arrivato davanti a lui, gli chiese: “Scusi, dove siamo?” rispose l’uomo: “Questo è il Paradiso, signore” – “Wow! Bello! E si potrebbe avere un po’ d’acqua?” – “Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell’acqua ghiacciata”. L’uomo fece un gesto e il cancello si aprì. Il viaggiatore, indicando il suo cane, disse: “Può entrare anche il mio amico?” – “No, mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo”. Il viaggiatore pensò un istante, poi fece dietrofront e tornò in strada con il suo cane.

Dopo un’altra lunga camminata giunse in cima a un’altra collina, in una strada mal tenuta che portava all’ingresso di una fattoria, con un cancello che sembrava essere mai stato chiuso e non c’erano recinzioni di sorta. Avvicinandosi all’ingresso vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero. “Mi scusi – chiese – avrebbe un po’ d’acqua?” – “Sì, certo. Laggiù c’è una pompa, entri pure” – “E il mio amico qui?” disse lui, indicando il cane. “Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola”. Attraversarono l’ingresso ed effettivamente poco più in là c’era un’antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola. Il viaggiatore riempì la ciotola e bevve una lunga sorsata, poi ne offrì al suo amico cane. Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall’uomo seduto sotto l’albero.

“Come si chiama questo posto?” chiese il viaggiatore. “Questo è il Paradiso” – “Beh, non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello, il Paradiso” – “Ah, vuol dire quel posto con la strada d’oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l’Inferno.” – “E non vi secca che usino il vostro nome?” – “No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano perdere i loro migliori amici”.

Alberto Maria Marziali

7 agosto 2023

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