Dopo un lungo iter burocratico la Casa di terra di Treia passa al Comune. L’Ente diventa, infatti, proprietario facendo di essa un bene della comunità che sarà a disposizione per visite e inserita all’interno di percorsi turistici che valorizzano l’immenso patrimonio storico culturale della città.
«Per il suo valore storico e architettonico – spiega il sindaco Franco Capponi – assecondando anche la volontà dei suoi proprietari venuti a mancare qualche tempo fa, abbiamo deciso di acquisire l’edificio che così diventa patrimonio pubblico. Adesso provvederemo a eseguire qualche intervento necessario soprattutto all’esterno e poi sarà disponibile».
Percorrendo i dintorni di Treia, infatti, accanto ad antiche chiese e maestose ville gentilizie, si trova questo edificio più umile, ma non per questo meno interessante. La casa di terra costituisce un esempio, ormai raro, di quelle costruzioni elementari presenti nel territorio marchigiano fin dall’inizio del XIX secolo ed ora quasi del tutto scomparse.
L’edificio, oggetto di un recente intervento di recupero (2003 – 2006), è una casa rurale in terra cruda, un atterrato risalente presumibilmente alla seconda metà dell’800, localizzato in Contrada Fontevannazza, non lontano dal centro storico della Città. La tecnica costruttiva è quella elementare del massone, impasto di terra e paglia lavorato in forma di panetto di diverse dimensioni e posto in opera allo stato umido, senza malta, sfruttando l’adesione tra un elemento e l’altro in virtù del tenore d’acqua dell’impasto. Questa tecnica, di piani di terra mista a paglia ammucchiata e pressata fino ad ottenere un muro di notevole spessore, insieme a quella della terra battuta (pisé), del mattone crudo fatto a mano (adobe) e ad altre è molto diffusa nelle Marche.
3 agosto 2023