C’è Luigi, 19 anni, tra i Caduti di Corridonia per la Patria nella II Guerra Mondiale

Nel Santuario della Madonna di Guadalupe in Santa Croce di Corridonia sono presenti le lastre commemorative dei Caduti in guerra della città, che comprendono oltre i militari delle due Guerre Mondiali, i “partigiani caduti”, le “vittime civili” e altri due caduti, Vincenzo Pavoni (1848) e Camillo Lauri (1863, la data 1862 è errata) di cui abbiamo scritto in precedenti articoli. Le lastre commemorative di marmo sono 5 e sono collocate in un’apposita cappellina laterale, che risalta per la sua modernità in confronto al resto della chiesa la quale, anche se costruita nel 1420, ebbe dei pesanti lavori di ristrutturazione nel secolo scorso. Le altre lapidi commemorative con gli stessi nominativi dei Caduti, sono state collocate in piazza Corridoni sopra la fontana e nella vecchia entrata del cimitero.

Concentriamoci esclusivamente sui Caduti militari della Seconda Guerra Mondiale. Il numero di essi che si legge è di 40 ma ritengo che ci siano sicuramente errori di omissione avendo a esempio rintracciato 2 caduti che non sono indicati nelle lapidi. Utilizzando la banca dati dei “Caduti e Dispersi della II Guerra Mondiale” del sito del Ministero della Difesa si ottengo interessanti informazioni: purtroppo non viene indicato il luogo di sepoltura e il reggimento di appartenenza. Debbo dire che sono molto più accurati gli elenchi del Ministero relativi alla Prima Guerra Mondiale. Oltretutto non è possibile una ricerca per luogo di residenza e pertanto l’unico modo per procedere è quello per nominativi.

Come detto l’elenco contempla i residenti a Corridonia nel momento dell’arruolamento: dei 42 caduti (40 indicati più 2 ritrovati) 25 sono nati a Corridonia (per precisione sarebbe da indicare Pausula fino al 1931), 2 sono nati in Argentina (Cassetta Luigi  e Giacobbe Arturo), il resto tutti marchigiani (n.1 Civitanova, n.2 Montegranaro, n.2 Mogliano, n.2 Monte San Giusto, n.1 Pollenza, n.2 Petriolo, n.3 Macerata) a parte Antonio Golini che non si riesce a identificare precisamente poiché nell’elenco del Ministero risultano 3 nominativi con lo stesso nome e tutti non marchigiani. Fernando Bigagli, presente nelle lapidi, non risulta nell’elenco del Ministero. Per i due nati in Argentina è facile ipotizzare che siano stati richiamati allo scoppio del conflitto. Il caduto più giovane è il diciannovenne Luigi Trivellini nato il 30-06-1923 e morto nel 30-11-1942, classificato come “disperso”. La media dell’età dei morti è molto bassa, solo 10 sono sopra i trenta anni: il più “anziano” è Fernando Pettinari nato il22-12-1903 e morto il 17-9-1941 in Italia.

Nelle lapidi risultano 15 dispersi: di questi nell’elenco del Ministero viene comunque indicata di tutti la data di morte e di 9 (Silvio Centioni, Florindo Evangelista, Arturo Giacobbe, Ernesto Giustozzi, Giuseppe Montalboddi, Attilio Porfiri, Pietro Rapari, Fiorello Renzi e Attilio Vitali) il luogo (Russia, Albania, Balcani): pertanto ritengo che essi dovrebbero essere tolti dall’elenco dei dispersi. Per il Ministero risultano invece dispersi altri 3 soldati, Umberto Iommi, Luciano Piacioni (Pacioni) ed Enrico Tentella, caduti che non vengono invece classificati come tali nelle lapidi.

Come si vede la questione è molto complessa e intricata. Per i luoghi di morte, 8 sono deceduti nella Campagna di Russia, 6 nella zona dei Balcani (Grecia, Albania, Jugoslavia), 8 nel territorio nazionale, 1 in Libia e 5 in prigionia, precisamente 3 in campi della Repubblica Federale Tedesca (vecchia distinzione prima della riunificazione), 1 nella Repubblica Democratica e 1 in Australia: si tratta di Michele Salciccia morto a Sunbury, Hume City, Victoria, e sepolto nell’ “Italian National Ossario” di Murchison, Greater Shepparton City, sempre di Victoria. È uno dei 130 soldati italiani sepolti nel cimitero. Va ricordato che nei campi di internamento australiani prima dei prigionieri di guerra finirono una parte degli emigranti italiani per la paura che diventassero una “Quinta Colonna”, precisamente 4.727 a partire dal 14 giugno 1940 e rilasciati solo nel 1945. Due caduti che non sono nelle lapidi, Mario Centioni e Sante Vecchi, risultano morti in prigionia in Germania e sepolti ad Amburgo nel Cimitero Militare Italiano d’Onore (tomba censita). Nello stesso luogo è anche sepolto Umberto Iommi (tomba censita) che compare nelle lapidi commemorative.

Australia Ossario di Murchison

Di alcuni dei caduti partendo dalla data si può risalire a qualche notizia circa l’evento della morte, come per Umberto Ponziani e Luciano Piacioni, uccisi nel dicembre 1942 quindi durante l’offensiva “Piccolo Saturno” dei Sovietici. Riguardo ai caduti in Italia, fino allo sbarco Alleato del luglio ‘43, probabilmente si tratta di feriti rimpatriati morti in ospedali oppure del personale addetto alle postazioni contraeree o in qualche bombardamento. Singolare che ci sia solo un morto nei combattimenti nel nord Africa (Attilio Porfiri), probabilmente nell’operazione “Crusader”, forse a Sidi Rezegh, dove gli inglesi tentarono di sbloccare l’assedio dell’Asse alla città di Tobruch.

Riguardo a Nazzareno Broglia deceduto in Albania il 10-03-1941, sicuramente è deceduto durante la controffensiva italiana  iniziata il 9 marzo dalle forze schierate a sud di Berat e lungo il fiume Voiussa. Silvio Centioni che risulta dalla lapide disperso e nel registro del Ministero morto in Russia il 30-01-1943, è probabile che sia deceduto a Stalingrado essendo del 31 la resa del generale Paulus. Consultando i fogli matricolari è ovvio che potrebbero emergere altre informazioni. Solo ipotesi è vero, ipotesi che però per un istante fanno rivivere giovani che hanno perso la vita insieme con tante speranze e affetti: un caro ricordo a tutti loro è dovuto.

Modestino Cacciurri

Italian National Ossario

10 luglio 2023

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