Le antiche fonti di Morrovalle dette “Fonte Maxima”: acqua di sorgente sotterranea

Giunti nei pressi di Morrovalle, là dove la strada si snoda in un ampio tornante, nella piccola valletta sottostante, circondata da verde natura, attira l’attenzione una serie di costruzioni restaurate che fanno intuire la presenza di una fonte, posta quasi a ridosso delle mura di fortificazione del paese.

In effetti è una serie di fonti denominata “Fonte Maxima” in quanto comprende la Fonte Filello e la Fonte Sabbione e l’insieme è composto da un lavatoio, da alcune vasche e da un camminamento che s’insinua nella collina. Le vasche sono rifornite da Fonte Sabbione, incastonata nel colle. Questa ha un getto continuato, per cui le vasche sono sempre colme di quella fresca acqua che esce dalla bocca di mascheroni consunti dal tempo. Realizzata con mattoni in cotto la fonte è impreziosita e ornata da due arcate; di fronte si apre una porticina in legno che immette in uno spazio rettangolare dove ci sono le vasche di decantazione.

Accanto c’è il camminamento chiamato “la grotta degli gnomi”, che è lungo poco più di duecento metri e conduce a ridosso della sovrastante chiesetta della Madonna dell’Acqua Santa. É un percorso mattonato a volta con archetti di sostegno e alla sua base si snoda un “correntino” che raccoglie e conduce via le acque di scolo. A intervalli, sulla volta ci sono feritoie di forma circolare che servono a immettere aria per la respirazione.

Posta sulla sinistra di Fonte Sabbione, insiste una lunga vasca che in tempi passati veniva utilizzata per il lavaggio degli indumenti infetti che erano stati indossati da persone affette da qualche malattia. Sulla destra invece si innalza una costruzione al cui interno c’è un pozzo che conteneva le acque usate per alimentare sia le fontanelle pubbliche di Morrovalle che due cisterne, una delle quali si trovava sul colle Bellavista (in Villa Pace – Leopardi – Patrizi) mentre l’altra era sulla sommità del cosiddetto “Pincio”.  

Poi c’è Fonte Filello. Questa è la prima vasca che s’incontra percorrendo la discesa che da Fonte San Bernardino introduce nella zona detta di “Fonte Maxima”. Da Fonte Filello sgorga l’acqua di una sorgente sotterranea. In essa potevano essere abbeverati gli animali ma alimentava anche le tre vasche a essa collegate che servivano solamente da lavatoio per la biancheria. Nella vasca in fondo si lavava solo con il detersivo, in quella intermedia avveniva il primo risciacquo e nella terza le lavandaie facevano il risciacquo finale. Per l’asciugatura dei panni erano lì, accoglienti, il prato e il sole che fungeva da smacchiante e sbiancate. In passato al centro del prato c’erano vasche usate per lavare stracci di scarso valore. A contorno ferveva la vita delle “lavannare”, un incontro fatto di chiacchiere.

a cura di Fernando Pallocchini, immagini per gentile concessione di Alberto Monti

25 maggio 2023

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