Nel silenzio della campagna, per un bianco / sentiero, io trascino il peso degli anni / e gli usati dilemmi. / L’innevata sagoma dei lucenti Sibillini, / l’azzurro del cielo, screziato dai candidi / ghirigori di aerei impazziti, lo zufolo di / un merlo diffidente mi ricacciano / nei tortuosi meandri della sopita memoria. / Oh Dio, quanto tempo è trascorso da quando / parlavo agli uccelli, solitario bambino per / prati deserti, padrone del Tempo, / imperatore del Mondo! / Anche adesso io tento di parlare a questo / merlo ma esso non mi risponde e, sospettoso, / s’invola tra i rami d’una quercia spoglia. / Magnifica e tragica avventura il viaggio / dell’Uomo nel misterioso universo della / Coscienza, a caccia dei morti palpiti della / perduta innocenza.
Matteo Ricucci
18 febbraio 2023