Si è tenuta a Potenza Picena, nell’auditorium Scarfiotti, la VII edizione del Mugellini Festival che ha visto la partecipazione dello scultore maceratese Sandro Piermarini con la esposizione delle sue opere dedicate a “I Nobel”. A Sandro Piermarini è stato consegnato dai direttori artistici del festival, Lorenzo Di Bella e Mauro Mazziero, il Premio Mugellini 2022 per l’Arte Visiva.
Come è nata questa ricerca? – “L’idea di poter affrontare tematiche che rappresentano il pensiero contemporaneo, quantomeno essere da stimolo nel cercare una risposta al desiderio di conoscenza, mi ha spinto a materializzare nella scultura una ricerca che tali saperi suscita”.
Perché ‘I Nobel’? – “Ho così chiamato queste opere in ragione del riconoscimento che l’Accademia Svedese promuove da oltre un secolo, aprendo l’attenzione a coloro che nel loro campo si applicano alla ricerca scientifica e alla creazione letteraria. È anche vero che mi sono permesso di ampliare oltre i cinque riconoscimenti previsti in origine dalla Fondazione Nobel”.
Quale pensiero vuoi svelare con queste opere? – “Sono sculture che, utilizzando linguaggi diversi, anche attraverso l’ironia, svelano un pensiero nelle cui tracce traspare una idea del mondo, superando l’aspetto prettamente artistico, per arrivare agli interrogativi quale osservatore della natura umana coinvolta a districarsi tra le problematiche della contemporaneità”.
Chi sono i ‘Nobel Invisibili’? – “Affronto sulla falsariga del Nobel quegli aspetti del sapere ormai noti, pensando insieme a quanto il mondo sia in debito con i ‘Nobel Invisibili’, rappresentati da una infinità di uomini e donne che con la loro dedizione al lavoro e la loro umanità, hanno anch’essi partecipato alla crescita della civiltà”.
Parlaci del linguaggio e della idea di Spazio Tempo – “Il critico Maurizio Cecchetti dice che si è passati dalla cultura del ‘fare’ a quella dell’immagine. Questo ha minato radicalmente il nostro modo di percepire, nel senso che ristretto il campo immaginativo, si è incapaci di trovare nuove formule, nuovi metodi di creazione artistica che abbiano la forza di concepire un pensiero autenticamente qualificante. Il ‘fare’ ha da sempre custodito nella forma, nel suono, nella parola un significato di profonda saggezza. Ciò costringe l’artista a intraprendere una ricerca e una via interiore allo scopo di codificare in linguaggio quei segreti e quelle rivelazioni proprie di una matura e originale personalità artistica. Per lo scultore il linguaggio non è un artificio, esso è vivo, forza vitale con cui interloquire e attraverso cui l’esperienza privata può tradursi in ‘cosa narrata’ e universalmente condivisa. Lo spazio è luce, manifestazione di energia, fonte di sostentamento del pensiero, prima memoria dell’uomo. Non circoscritto da contorni, lo spazio è esercizio dell’immaginario dove gli elementi, i soggetti e le forme rappresentate fluttuano liberamente, la materia perde la sua natura solida fino ad acquisire uno stato di purezza simile all’aria che la circonda, il tempo paradossalmente si annulla nell’infinito”.
Domanda senza risposta (per ora) – A quando una mostra antologica di questo artista di valore internazionale a Macerata?
14 febbraio 2023