Sento il freddo fiato della morte alitarmi / in viso e i pensieri, gelati, raggrumarsi / attorno alla paura.
Attimi sospesi alla volontà di Dio cui / tutt’intera, l’anima mia s’affida.
Sono vissuto nel Bene e nel Male, lottato e / conteso premi ambiti.
La mia libertà è stata un vessillo, agitato / senza posa da passioni affilate come rasoi, / eppure catene invisibili ancora serrano i miei polsi.
Ho pianto, ho riso, urlato bestemmie, condite di sadico rancore. / Ho pregato come un solitario eremita, dando / in pegno di promesse mai mantenute, la mia / fragilità di uomo; sconfitto, da Te sono / sempre tornato, mille e mille volte, il tuo / dolce, desiderato perdono impetrando, ed ora / che i miei passi si fanno lenti e il fiato, / come al pellegrino nell’infuocato deserto, / s’accorcia, io le mani congiungo e alla Tua bontà m’affido.
Matteo Ricucci
7 gennaio 2023