Nota del Direttore – Emilia Violini di Appignano, ben conosciuta dai nostri lettori, è passata a miglior vita nei giorni scorsi. Ci mancheranno le sue telefonate, le chiacchierate, i suoi dolcetti. Le piaceva comunicare, anche attraverso la poesia e vogliamo qui ricordarla con l’ultimo suo scritto, in cui si racconta, per meglio conoscerla e apprezzarla.
Il mio scrivere
Per me scrivere è una necessità che nasce dal cuore, l’ho sempre fatto da quando frequentavo le scuole medie e ho continuato ancora negli anni. Bambina, in collegio soffrivo per la mancanza della famiglia e anche per gli spazi ristretti, in quanto cresciuta nella grandezza dei prati, all’aria aperta delle valli maceratesi. Abituata a rimirare dal balcone il monte San Vicino non mi ritrovavo in una vallata pianeggiante come Foligno, che spesso nella stagione invernale è offuscata e intristita dalla nebbia. Allora scrivevo pochi versi, se non addirittura un pensiero. Oggi, che di acqua sotto i ponti ne è passata, mi diverto a esternare i pensieri che affollano le mie giornate, ora liete ora tristi. Ogni poesia è una mia creatura, cosi la definisco, perché è frutto del mio essere, del mio mondo interiore, degli spazi della mia anima. Chi riesce a penetrare il mio pensiero conosce me, non perché sia particolarmente complicata ma in quanto vado sempre alla ricerca di quel qualcosa in più che mi permette di crescere, di essere quella nonna ottantenne che sfida ancora il tempo e la vita. Trascrivere il mio pensiero su un bianco foglio e poi rileggerlo a voce alta mi alleggerisce l’animo, mi trasporta in un altro mondo dove le nuvole non sono presagio di tempesta ma pensieri che migrano lontani e ciò mi fa sentire meglio con me stessa e con gli altri. Questo lo ritengo un dono speciale che il buon Dio mi ha elargito. Tutto il ricavato dei miei libri l’ho sempre messo a disposizione di chi è nel bisogno. Così mi sento appagata e gratificata. Per me riservo la critica dei lettori.
Emilia Violini
2 gennaio 2023