Che bello, a Macerata è stato di nuovo il tempo di Overtime ma… Per uno sportivo certamente questi 5 giorni sarebbero da incorniciare e da sottolineare sul calendario, ma da appassionato, sono più di 47 anni che vivo nell’atletica con varie qualifiche, mi sento di dare qualche suggerimento. Faccio un paio di esempi perché conosco il settore, ma penso che lo stesso possa accadere in ogni sport cittadino.
L’ospite prestigioso è sicuramente molto invitante, accattivante e attraente, però credo che inserire nel programma anche alcuni interventi di uomini e donne che vivono la nostra realtà cittadina o limitrofa sia ancora più di sprone per i nostri giovani. Quando è possibile incontrare la persona, è possibile parlarci e magari lo si può frequentare, per vari motivi, per anni senza conoscerne i retroscena fa piacere sapere cosa lo ha portato a fare certe scelte e come le ha vissute.
A Macerata risiede un grande corridore di resistenza, Anelio Bocci, capace di 2h12’11, giunto 2° alla Maratona di Tokyo nel 1981 che, magari, oltre alle motivazioni che lo hanno portato a raggiungere simili risultati (ricordiamo che allora il record mondiale era dell’australiano Bob De Castella solo 4’ più forte, 2h08’18), potrà raccontare come ha scelto di non fare l’autotrasfusione (all’epoca lecita) perdendo l’Olimpiade, ma optando per la scelta di potersi specchiare ogni giorno tranquillo con la propria coscienza! Chissà che così qualche studente non lo ricordi solo come professore di Educazione Fisica (lo ha fatto per anni all’Istituto Tecnico Agrario), ma anche come un grande uomo!
Oppure si potrebbe parlare di quel “ragazzo”, che purtroppo ci ha appena lasciato, di nome Vitangelo Corvatta che, pur non avendo raggiunto la maglia azzurra, già nel 1995 aveva un differenziale che neanche ora Eliud Kipchoge, bi-Campione Olimpico e primatista Mondiale della maratona, ha raggiunto. Già perché Corvatta, allenato da Bocci (niente è per caso), pur segnando un semplice 3’01 sui 1000, è stato poi capace di tenere una media da 3’09 sui 10000 (31’28”2) e una incredibile media di 3’20 sulla Maratona (2h20’56, giunto 9° nella gara internazionale di Torino del 1995). Un risultato raggiunto, inoltre, a 37 anni facendo il babbo, l’agricoltore e l’autista di autobus. Lui non aveva necessità dello psicologo sportivo, ce l’aveva incarnato dentro! La fatica era il suo companatico quotidiano.
Così i ragazzi potrebbero capire che il mondo dei “grandi dello sport” non è poi tanto distante; potrebbero comprendere che per essere grandi non serve indossare la maglia con la scritta Italia, a volte serve assai meno! La gloria può arrivare anche con un palmares più piccolo. Ciò che invece è grande è la soddisfazione di essere vivi e presenti nella società!
Fabrizio Giorgi
29 dicembre 2022