“L’amore terribile di Alessandro Manzoni” è un romanzo scritto da Patrizia Luigia Morelli, edito dalle Edizioni Simple di Macerata. Come genere potrebbe essere equiparato a un noir, in quanto la protagonista è coinvolta direttamente senza che sia però in pericolo di vita.
C’è un vecchio mistero da risolvere in Italia e Patricia Harris si trova invitata da un lascito testamentario e da una lettera a raggiungere una villa sul lago di Como e a diventare investigatrice, mettendo all’opera, come metodo di lavoro, le sue qualità di archeologa. Il racconto ha una sua complessità svolgendosi su tre differenti piani temporali: l’oggi, il periodo manzoniano e l’epoca in cui in Italia imperava il fascismo. Ci sono altresì tutti gl’ingredienti per comporre una storia avvincente: il mistero, l’indagine dentro una vecchia ma ben tenuta villa sul ramo di Lecco del lago di Como, amori travagliati (“terribili” come scrive l’autrice) sesso compreso, il pericolo generato dalle squadracce fasciste al servizio di piccoli ducetti egoisti, una storia che invece di essere svelata deve essere tenuta nascosta e, per questo motivo, morte e la fuga dall’Italia.
Chiaramente non faremo un riassunto del racconto per lasciarvi in sospeso alla fine… Piuttosto c’interessa e c’intriga, oltre il canovaccio ben congegnato, l’analisi psicologica di tutti gl’interpreti, siano essi comprimari o protagonisti che Patrizia Luigia Morelli tratteggia in continuo analizzando espressioni fisiche e modi comportamentali per un maggiore coinvolgimento del lettore, trasferendolo in mezzo a queste persone come fossero realmente intorno. Una indagine psicologica che aiuta l’altra protagonista, la bisnonna di Patricia Harris, Diamante Melzi di Valmadrera, a comprendere le situazioni e, in qualche modo, a governarle per aver salva almeno la sua vita.
Poi c’è l’analisi sì di un periodo politico italiano ma riferita più ai personaggi che usano il fascismo per il proprio tornaconto, come in effetti è da secoli accaduto in politica e come accade anche ai giorni nostri e accadrà in futuro. Almeno fino a quando l’umanità non riuscirà a svincolarsi della materialità, approdando alla consapevolezza di sé e di quanto la circonda… un tempo ancora molto al di là da venire.
Altra circostanza è, nel romanzo, il tener nascosta una documentazione che cambierebbe, in riferimento a una evenienza culturale, alcuni accadimenti dimostrando la falsità di quanto fino a quel momento argomentato dai letterati. Il nostro pensiero va alla storia del popolo Piceno, nascosta nelle nebbie cimmerie storiche e a quella di Carlo Magno che in seguito a recenti scoperte parrebbe diversa, e molto, da quanto ci è stato insegnato a scuola, con i letterati di oggi che denigrano invece di provare a smontare le recenti tesi per fugare i dubbi o, almeno, a indagare mossi da curiosità letteraria. Come nel romanzo accade che chi scrisse i libri non vuole si conosca la verità, per non rinnegare l’errore, oggi la medesima situazione riferita a fatti storici fa quantomeno sospettare qualcosa di simile. Il romanzo scritto da Patrizia Luigia Morelli è, per questi motivi, sotto molteplici aspetti, una godibile lettura.
Fernando Pallocchini
17 dicembre 2022