Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 10

La via della seta – Noi stiamo ora percorrendo uno dei rami della celebre via della seta che partendo da Xian, l’antica capitale, collegava la Cina con l’Europa e l’India. La via si divideva in tre rami prima del massiccio del Tian Shan, nell’oasi di Dunhuang, quello più a nord, che stiamo percorrendo noi, correva nella valle del Manas tra il Tian Shan a sud e il deserto del Gurbantunggut a nord, il ramo centrale correva nella valle del Tarim lasciando a nord il massiccio del Tian Shan e a sud il deserto del Taklimakan, mentre il ramo inferiore contornava a sud il deserto del Taklimakan. Forse per quanto si è letto sulle carovaniere dell’Asia, o per i lavori di irrigazione fatti, ci sembra che il deserto che attraversiamo sia meno esteso, meno tremendo di come lo immaginavamo.

I quattro veicoli in ricarica

Andiamo verso Turpan altra celebre oasi, posta in una depressione a 154 metri sotto il livello del mare. L’orizzonte è chiuso da un numero impressionante di torri di centrali eoliche, sono centinaia, tutte in funzione. Ne vediamo per chilometri. Un grande cartello, questa volta anche in inglese, celebra la creazione di questo parco eolico. Il celebre vento del deserto, un tempo terrore delle carovane, oggi è stato imbrigliato e serve per fornire energia all’uomo. È veramente impressionante. Devo confermare che la Cina mi sta di nuovo sorprendendo. Ci fermiamo per la notte a Shanshan, all’ingresso di un parco turistico ai bordi del deserto del Taklimakan. Al mattino ci concediamo un giro all’interno del parco. Il turismo è arrivato anche qui. Cammelli per un giro sulle dune, percorso vita, fuoristrada, bancarelle, bar. In autostrada alcuni tratti sono ancora in costruzione, ancora scarse le aree di sosta e i cartelli di informazione. Sempre viaggiando ai bordi del deserto, ci fermiamo per cena in un ristorantino a Xingxing al confine tra le regioni del Xinjiang e del Gansu. Al mattino ci attende un tratto di novanta chilometri di strada che invero è un continuo cantiere con una serie infinita di deviazioni. Nei cantieri gli operai dormono in tenda sul posto di lavoro, non so se per la distanza da casa o per imposizione.

Jiayu, la coda del drago

La “Coda del Drago” – Sempre tra deserto e montagne fino a Jiayugua, più nota come “La coda del drago” al passo di Yiayu, il punto finale a ovest della grande muraglia. “La testa del drago” cioè l’altro punto terminale della muraglia, è invece a est sul Mar Giallo. Qui la muraglia è diversa da quella immortalata in migliaia di foto a nord di Pechino, non in pietra ma in terra e mattoni crudi, meno monumentale ma ugualmente impressionante per le dimensioni e per il pensiero del lavoro fatto per costruirla. Alla luce del tramonto ne percorriamo un tratto raggiungendo la più alta torre sul crinale. Questo tratto è stato restaurato e c’è anche un museo che ne illustra la millenaria storia. Al mattino ci concediamo ancora una breve visita poi ripartiamo. Alla nostra destra le montagne del Qilian Shan con le vette coperte di neve oltre i 5.000 metri, alla nostra sinistra il deserto del Badain Jaran. È veramente inusuale per noi questo spettacolo di montagne ammantate di neve ai bordi del deserto. Passiamo di oasi in oasi sempre seguendo l’autostrada e la linea TAV in costruzione. Dopo Shandan appare di nuovo la grande muraglia, la seguiamo per chilometri, è uno dei tratti più lunghi, sempre in terra e mattoni crudi, alta ancora mediamente sui quattro metri, è ancora ben conservata tranne le torri che sono tutte ridotte a un cumulo di terra. Ci fermiamo per la notte in un’area di servizio. È monumentale, larghissima, con spazio per decine e decine di camion, ristorante, meccanico, gommista, supermarket anche se non paragonabili, per merci offerte, a quelli delle nostre ben più piccole aree di servizio.

La carovana al completo

Sparite le vecchie case in fango e mattoni crudi – Domani lasceremo il deserto scavalcando la catena del Qilian Shan per scendere nella valle del Huang He, il Fiume Giallo, la culla della civiltà cinese. Lo raggiungeremo a Lanzhou. I fianchi dei rilievi della valle che stiamo percorrendo sono tutti terrazzati per rimboschimento, un lavoro enorme, milioni di alberi posti a dimora su ogni terrazza. Ci sono anche tante case nuove, si capisce che sono state costruite di recente ma sempre nello stile tradizionale, porta di accesso al cortile, le stanze tutte verso il cortile e muri ciechi verso l’esterno. Con queste case spariscono le vecchie case in fango, mattoni crudi e tetti in paglia. Turisticamente se ne può sentire la mancanza, ma questo è progresso, è civiltà, una casa confortevole è un diritto inalienabile per tutti. Arriviamo a Lanzhou che è ormai sera, occasione per ammirare lo spettacolo dei grattacieli e dei ponti illuminati. Irriconoscibile per chi l’ha vista solo dieci anni fa.  

Esercito di terracotta

L’esercito di terracotta – Dopo Lanzhou la prossima meta è Xi’an, il punto di partenza della via della seta, capitale dell’impero cinese per secoli, oggi nota in tutto il mondo per l’esercito di terracotta, la parte fin ora scoperta del mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huang che ebbe il merito di unificare la Cina. Siamo nella zona degli altopiani centrali, passando di valle in valle, parte in autostrada parte su strada normale. La grande richiesta di materiale per le nuove costruzioni è evidente in enormi cave e una serie di cementifici dai quali partono lunghe teorie di autocarri. Le città che attraversiamo sono sempre pulite, tanti addetti con la scopa in mano, persino in autostrada. Non lo stesso si può dire delle zone fuori delle città. La pulizia è ancora uno dei problemi della Cina insieme alla carenza di manutenzione. Purtroppo spesso si vedono strutture, impianti moderni, bellissimi ma con parti rotte o mal funzionanti. Prima di Xi’an ci fermiamo a Bin Xian per visitare un antico monastero buddista con grotte scolpite con figure del Budda e una statua gigante policroma.

Esercito di terracotta, si scava ancora

Perfezione e irrazionalità – A Lanzhou abbiamo lasciato il Fiume Giallo che fa una ampia ansa verso Nord per poi ritornare a valle appena a est di Xi’an. Xi’an è impressionante, è l’immagine della Cina che corre, circondata da un circuito autostradale con assi di penetrazione fino in centro. Interi quartieri rasi al suolo per essere ricostruiti, selva di grattacieli. Le storiche mura, le porte di accesso alla città sono mantenute in perfetto ordine, ma negozi moderni dai quali escono signore con pacchi e pacchetti, hanno sostituito le vecchie botteghe di artigiani e i vecchi negozietti, i parcheggi sono pieni di auto di classe. Un sottopasso pedonale, quasi una via sotterranea, avvolge oggi le storiche Torre della Campana e Torre del Tamburo, mentre stuoli di turisti si confondono con gli abitanti. Una linea TAV tra Pechino e Xi’an, consentirà a breve, a turisti frettolosi, una rapida visita della città da Pechino nel giro della giornata. Il traffico oggi, sia in città che fuori sembra più ordinato di alcuni anni fa, anche se qualche veicolo contromano in autostrada lo si incontra ancora e il sorpasso venga fatto con la massima naturalezza da qualunque parte, anche sulla corsia di emergenza e di notte tutti viaggiano regolarmente con gli abbaglianti sempre accesi. Ma quello che più sorprende del traffico, è il caos indescrivibile nelle code e ai distributori di carburante. Complice anche una irrazionale realizzazione delle stazioni che non tiene conto della loro lunghezza, i mezzi pesanti si affollano in un disordine indescrivibile nel tentativo di guadagnare qualche posizione nella coda, creando un groviglio inestricabile con l’unico risultato di allungare oltremodo i tempi di rifornimento.

Giornalisti e fotoreporter

Xi’an, città turistica – L’attrattiva di Xi’an, l’esercito di terracotta, parte del mausoleo funebre dell’imperatore Qin Shi Huang, è ora esposto in tre grandi padiglioni che ricoprono le tre fosse finora scoperte e in un museo con i pezzi più pregiati e più significativi. Quello che un tempo era un luogo per studiosi e appassionati è ora sommerso dal turismo di massa super organizzato. Dopo l’enorme parcheggio e la biglietteria, auto elettriche portano i turisti ai padiglioni, altri mezzi portano al tumulo che sovrasta la tomba, ancora non aperta, dell’imperatore. Bar, ristoranti e una lunga teoria di negozi di souvenir sulla via del ritor-no al parcheggio. A piedi, senza auto elettriche, ben s’intende. Nei negozi e nelle bancarelle si contratta, ma nei bar, dove per la verità abbiamo gustato un ottimo Lavazza, i prezzi sono da Via Veneto o Piazza San Marco. In serata festa di compleanno per Lino. continua

Gianni Carnevale

Xinjang verso Urumq – Si alternano i veicoli

11 dicembre 2022

Puntata 1 – https://www.larucola.org/2022/11/30/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-1/

Puntata 2 – https://www.larucola.org/2022/12/03/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-2/

Puntata 3 – https://www.larucola.org/2022/12/04/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-3/

Puntata 4 – https://www.larucola.org/2022/12/05/94515/

Puntata 5 – https://www.larucola.org/2022/12/06/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-5/

Puntata 6 – https://www.larucola.org/2022/12/07/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-6/

Puntata 7 – https://www.larucola.org/2022/12/08/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-7/

Puntata 8 – https://www.larucola.org/2022/12/09/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-7-2/

Puntata 9 – https://www.larucola.org/2022/12/10/porter-piaggio-elettrici-a-guida-automatica-senza-pilota-da-milano-a-shangai-9/

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