Il Museo di Storia Naturale di Macerata presenta un bellissimo Lupo Appenninico

Il Museo di Storia Naturale di Macerata arricchisce il suo già notevole e prezioso patrimonio con nuove acquisizioni, donazioni e affidi a opera di Enti pubblici e collezionisti privati: uno splendido esemplare di lupo appenninico, nuove collezioni di insetti, conchiglie, minerali e altri reperti naturalistici.

L’ultimo arrivo è proprio quello di un lupo appenninico (Canis lupus italicus), diffuso nella nostra regione, ritrovato senza vita nel territorio di Ascoli Piceno e recuperato dagli operatori del Centro Recupero Animali Selvatici (Cras). Grazie a un finanziamento dell’Amministrazione comunale – le risorse sono state reperite dall’assessore allo Sviluppo Economico e all’Ambiente Laura Laviano – è stato possibile l’intervento di conservazione effettuato dal laboratorio “Tassidermia di Stefano Panfili” di Gubbio. L’esemplare è stato consegnato nelle scorse settimane e ora sarà esposto in uno spazio apposito per valorizzarne al meglio la visione da parte dei visitatori.

Commenta Federico Landi, presidente dell’associazione Amici del museo di Storia Naturale: “Oltre al patrimonio scientifico, già presente per merito del fondatore Romano Dezi le ultime acquisizioni riguardano collezioni di uccelli, insetti, conchiglie, minerali e altri reperti naturalistici di Dino Paccamiccio, di Potenza Picena, che nel corso di decenni ha raccolto migliaia di esemplari, affidati al Museo dalla figlia Carla; reperti che provengono dalla collezione Anna Maria Peramezza di Macerata donata dal figlio Nicola Brachetti; dalla Provincia di Macerata; da Mario Corsalini, donata dalla figlia Manuela; una piccola donazione da parte di Maurizio Quarello e in ultimo alcuni esemplari di fauna entomologica di Cesare Rastelli, scomparso alcuni mesi fa, collaboratore per anni di Romano Dezi.

Nell’ultimo anno di attività il museo ha incrementato il suo patrimonio di 473 uccelli, 6.600 insetti, 10.038 conchiglie, 930 minerali e 1.089 reperti di altre sezioni naturalistiche, provenienti non solo dai nostri territori, ma anche da varie parti del mondo, tra cui spiccano una foca monaca (Monachus monachus), quattro esemplari di aquila reale (Aquila chrysaetos), due gufi reali (Bubo bubo) ed altri interessanti esemplari. L’importanza delle collezioni acquisite è notevole sia per la quantità che per la qualità. A questo proposito, in questi giorni stiamo ripensando la collocazione di una buona parte degli esemplari e stiamo lavorando per adeguare i supporti espositivi proprio per ottimizzare la visione degli esemplari e rendere più facilmente percepibile non solo la ricchezza, ma anche l’altissimo valore delle esposizioni che il museo può offrire ai visitatori. Stiamo allestendo, inoltre, una nuova illuminazione e delle nuove bacheche. Si tratta di un’opera importante e faticosa che stiamo portando avanti di concerto con l’assessore alla Cultura e all’Istruzione Katiuscia Cassetta e i suoi collaboratori.”

La presentazione delle acquisizioni è stata l’occasione per riflettere sulla questione degli spazi espositivi e più in generale della sede della struttura che sarà argomento di condivisione con l’Amministrazione comunale. Il Museo è ospitato, dal giugno del 1993, nei sotterranei del Palazzo Rossini Lucangeli, edificio storico in via Santa Maria della Porta. la cui costruzione fu iniziata nel 1570 per volere del Capitano Felice Rossini. L’attività dell’istituto risale al 1973, anno in cui Romano Dezi, fondatore del museo, univa la sua appassionata attività di ricerca paleontologica ad una serie di mostre e di interventi nelle scuole del capoluogo. Dal 1993 i reperti raccolti, acquistati o ricevuti in dono durante i 35 anni d’attività del curatore, arricchita nel tempo da donazioni private, quali Bernocchi, Sarcina, Cives, Martinelli e molte altre, vengono presentati nei 200 mq di esposizione, a un pubblico di oltre 3.000 visitatori all’anno.

3 dicembre 2022 

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