La triste notizia della scomparsa di Franca Petracci, ben conosciuta e apprezzata dei lettori de La rucola, ci è stata data da Lucio Del Gobbo che così la ricorda…
“Mi telefona Matteo Ricucci dandomi notizia della morte di Franca Petracci, sensibilissima scrittrice e poeta, oltre che amica carissima e confidente. Non ha voluto che si sapesse, chiedendo che la notizia fosse data a voce agli amici dopo cinque giorni dal decesso. Non ho parole né pensieri. La notizia mi coglie all’improvviso. Una persona straordinaria. Ci sarebbe tanto da dire e da pensare, ma in questo momento non mi sento capace. Il cuore è più tardo della ragione, ci mette tempo a occupare il suo campo. Mi limito a ripetere: trovi nel Signore il riposo e la gioia di riabbracciare le persone che aveva tanto amato in vita. I genitori, sua madre adorata, la sorella Anna, il cognato Mario, un piccolo cane amico dei suoi ultimi anni: il suo piccolo mondo che lei ha saputo tenere nel cuore con rara sensibilità e devozione. I nomi delle persone più vicine – non necessariamente familiari – doveva pensarli la notte. Non poteva essere altrimenti, ricordava persino le date di ciascuno. Ma leggeva I giornali, vedeva la televisione, teneva d’occhio I libri che potevano interessarla, e chiedeva a qualcuno di comprarli per lei. Non che fosse isolata, dunque, tutt’altro. Il pensiero religioso la torturava, tenendola prigioniera. Forse da giovane aveva anche pensato di farne la sua vocazione. E aveva anche scritto storie sull’argomento. In qualcuna di quelle storie, o forse in tutte c’era anche lei. Le serviva immaginare un mondo che fosse capace di contenere i suoi sentimenti. Un mondo ampio e profondo che contenesse i suoi pochi ed eterni amori. Tutto questo mi confidava al telefono con un filo di voce, tra un sospiro e l’altro, e ripeteva continuamente di stare male, di stare tanto male”.
Lucio Del Gobbo (19 settembre 2022)
Franca Petracci
Nata e vissuta a Macerata, Franca Petracci cominciò a dedicarsi all’attività letteraria alla fine degli anni ’50 pubblicando prevalentemente opere di teatro, raccolte quasi tutte nel 1995 nel volume “Tutto il Teatro”; nel 1994 diede alle stampe un volume di poesie per l’infanzia, “Poesia del Tempo”, e nel 1996 esordì nella narrativa con il romanzo “Lo sai che non moriremo più?”. Successivamente ha dato alle stampe le raccolte di poesie “Il fuoco e la cenere” (2005), “Intanto ascoltiamo un canto” (2007), “Prove di fuga” (2008, audiolibro), “Vento dei venti” (2010) e il romanzo “Di fuggevoli istanti ordì una storia” (2014).
Tra i numerosi prestigiosi riconoscimenti ricevuti, il Premio Teatro Minimo di Bologna nel 1960 per l’atto unico “La nostra vita”, il Premio Ruggeri nel 1963 per l’atto unico “Per vivere bisogna morire”, il Premio Rosso di San Secondo nel 1997 per il dramma “Lunga vigilia al faro”, il Premio Cinque Terre nel 2009 per la raccolta di poesie “Intanto ascoltiamo un canto”.
L’Accademia dei Catenati le dedicò un incontro pubblico il 13 maggio 2010, con una conferenza del Prof. Marcello Verdenelli – ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Macerata – e la lettura di brani scelti a cura di Piergiorgio Pietroni.
25 settembre 2022