Tolentino, a Palazzo Sangallo ricordato Ugo Caggiano da una emozionante retrospettiva

Il Comune di Tolentino ha ospitato un’ampia retrospettiva di Ugo Caggiano nei suggestivi spazi seminterrati di Palazzo Sangallo; qui il pomeriggio dell’8 luglio 2022 si è anche svolta la presentazione di un libro-catalogo dedicato all’artista a opera dell’Editore Alessandro Seri di Macerata. Un pubblico di artisti e appassionati ha visitato la mostra e seguito l’evento in presenza del neo Sindaco Sclavi  che, oltretutto, è stato anche amico ed estimatore di Caggiano.

Nella sua instancabile ricerca, l’artista, petriolese di nascita ma vissuto stabilmente a Urbisaglia, ha fatto convivere una varietà di tecniche artistiche: pittura, scultura, incisione, collage, design e persino musica, in una congerie armoniosa che ha unito in modo simbiotico arte e vita. Si può dire che Caggiano abbia fatto dell’arte un motivo di vita e della sua vita una continua ininterrotta avventura creativa nel segno dell’arte.

Ugo Caggiano

Questo appare ben evidente nelle sue opere che si distinguono per raffinatezza e originalità. L’originalità non è stata la prima aspirazione dell’artista bensì lo strumento e la conseguenza di una procurata libertà. Un operare libero, il suo, disinibito, senza imposizione di generi e di tecniche omologate e convenzionali. Egli ha amato l’arte, ma si è anche ribellato a essa, come avviene tra innamorati per verificare e vivere l’amore nei suoi contrasti e nelle sue magiche accensioni.

L’arte, esercitata fuori dei canoni e di là delle regole, egli ha persino voluto inventarla nelle tecniche e nei modi, rendendola a sua misura, in una sintonia intima e reale sia riguardo alla storia in generale, sia riguardo alla sua vicenda personale. Ha difeso questa sua indipendenza con puntiglio e radicalità, facendone un elemento distintivo non sempre compreso e accettato dal pubblico, ma apprezzato da artisti e critici di assoluto valore. L’antologia critica presente in catalogo vanta nomi come Remo Brindisi, Philippe Artias, Guido Garufi, Leonardo Mancino, Armando Ginesi, Elverio Maurizi e altri critici d’arte, poeti e artisti: il piacere di parlare una medesima lingua!

La prima fonte di ispirazione Caggiano l’ha trovata nel paesaggio che ha interpretato a suo modo unendo geografia, morfologia e colori, archeologia, ricordi personali, natura e storia, consapevole di abitare e vivere in una terra bellissima da cui emergono ancora oggi testimonianze e reperti sorprendenti. Le sue “Pietre miliari” sono simbolo di tale familiarità e convivenza. Di questo l’artista ha fatto motivo di poetica unendo sentimento e pensiero, gusto estetico e ricordo, e traendone una narrazione coinvolgente in direzione della poesia.

Tra le sue amicizie numerosi i poeti, come Leonardo Mancino, Giovanni Prosperi, Mario Montanari, Maurizio Boldrini e altri, con loro ha creato situazioni, mostre e cartelle di grafica, pezzi unici numerati dove poesia scritta incisione e pittura sono convissute magnificamente. Quelle di Caggiano non sono state scelte di allineamento, ma di distinzione! Questa, la distinzione, non è derivata da un atteggiamento edonistico, istrionico, bensì etico e poetico. Egli ha inteso portare la ricerca artistica alle sue ragioni, alla sua vicenda estetica e professionale, ma anche e soprattutto a quella parte esistenziale e umana di essa, per lui così importante.

Nelle sue opere s’individuano la piacevolezza e il divertimento della scoperta, il piacere del gioco; in modo sintomatico vengono alla mente casi simili, in particolare quello di Fortunato Depero esposto e documentato in permanenza nella sua casa-museo di Rovereto. In catalogo si è aggiunta una interessante testimonianza offerta dai suoi familiari che rivela aspetti anche inediti della vita di Caggiano. La mostra è stata una bella occasione per ricordarsi di lui, come egli stesso aveva raccomandato di fare.

Lucio Del Gobbo

Lucio Del Gobbo

17 settembre 2022

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