Un personaggio misterioso, Rinaldo da Montolmo detto il ‘Confessore’: Santo o Beato?

Vorrei fare alcune riflessioni sulla figura del presunto “Santo” o “Beato” Rinaldo da Montolmo (Corridonia) detto il “Confessore”, appartenente all’ordine dei Crociferi. Nel sito “Santi e Beati” (“www.Santiebeati.it), con crediti di insigni studiosi e case editrici, è apparsa in data 25 giugno 2020 una voce relativa al personaggio menzionato dove viene definito “Beato”. Una voce è  anche in Wikipedia come “Rinaldo Pampinoni”, qui però viene indicato come “Santo”. Dal confronto dei siti, a parte il non trascurabile fatto del “santo” e “beato”, non è che vi siano molte differenze, anche perché le notizie sono scarsissime: interessante comunque è la bibliografia citata.

La prima iniziale considerazione da farsi è che Rinaldo non sia della famiglia Pampinoni in quanto questa era di origine greca e si era spostata a Montolmo solo verso la metà XV secolo fuggendo da Schio per scappare all’invasione turca dopo la caduta di Costantinopoli (1453). Questo è più che palese e se servisse conferma è riportato da vari storici locali come il Bartolazzi in “Memorie di Montolmo” (1887) e Nobili Benedetti nella “Rivista Araldica” (1986). In Grecia comunque non esiste una città di nome Schio e pertanto si deve desumere che si tratta dell’isola greca di Chios, anticamente chiamata Scio: possedimento genovese che cadde in mano ai turchi nel 1566.

Detto ciò, premesso che non si conosce la data di nascita del santo, Wikipedia indica quella di morte nel1220: pertanto è assolutamente impossibile che possa essere un antenato dei Pampinoni essendo la famiglia in quel periodo tranquillamente ancora in Grecia! Poca cosa, poiché era uso da parte di nobili famiglie rivendicare santi e beati a loro non attribuibili o peggio ancora con poche virtù, come nel film “Il marchese del Grillo” dove un prelato della famiglia, cercando di trovare disperatamente un miracolo che potesse iniziare la causa di beatificazione dell’antenata suor Quartina, non poté che rintracciare un episodio relativo a una rosa seccata all’istante dopo aver punto la presunta santa che per il dolore le aveva lanciato una maledizione. Al che il marchese ironicamente esclamò: “Ma più che santa non è che portava jella?!”.

Scettico sull’appartenenza alla famiglia Pampinoni era lo stesso Bartolazzi che nel libro citato scrive che è lo storico Torelli che nelle memorie della famiglia Foglietti asserisce ciò e quasi ironicamente continua: con quali argomentazioni lo provasse lo ignoriamo. Un’altra considerazione va fatta: nessun testo riporta la data di morte del santo e pertanto non si capisce come Wikipedia possa affermare il suo decesso nel 1220.

È importante fare alcuni cenni sull’ordine dei Crociferi d’Italia che furono fondati da Papa Alessandro III (1100 ca. – 1181) intorno al 1160. Va ricordato, come scrive il Moriglia nella “Historia dell’origine di tutte le religioni”, che vogliono alcuni lo stesso Papa alloggiasse ne gli hospitali de’ Crocigeri mentre scappava da Federico Barbarossa. L’ordine fu abolito da Alessandro VII nel 1656.

Uno dei primi conventi-ospedali per viandanti, poveri e malati dei Crociferi è quello del 1162 di San Marco presso Capo di Monte di Ancona. Nel “Privilegio” di Gregorio IX promulgato da Perugia nel 1228 si trova un elenco abbastanza completo delle case Crocifere delle Marche: Ancona, Civitanova Marche, Corridonia (Montolmo), San Severino, Macerata e Potenza Picena. La regola dell’ordine è semplice: povertà e donarsi interamente alla cura dei poveri che non vanno solo soccorsi ma anche rispettati e stimati, un concetto in fondo nuovo per il periodo tanto da meritare perfino l’ammirazione di San Francesco.

La questione della santificazione o beatificazione di Rinaldo è abbastanza complessa e, purtroppo, dubbia: sempre secondo Wikipedia e “Santi e Beati” venne beatificato nel 1309 con rito vescovile ma di questo non esiste alcun documento ufficiale né un testo che riporti tale data. Fu proprio Alessandro III, quindi in un periodo molto antecedente al 1309, data della presunta beatificazione diocesana, a rivendicare al solo Papa le cause di santificazione o beatificazione, e ciò per rimediare alla confusione che si era creata nel culto. Nel XIV secolo i Papi a volte ancora autorizzavano, prima che fosse completato il processo di canonizzazione, il culto di “santi-beati” solo in ambito locale di diocesi o di ordini religiosi: una pratica che si potrebbe definire, con una forzatura, come una specie di “beatificazione”.

Il fatto che Rinaldo avesse intitolata una chiesa dei Crociferi a Montolmo, potrebbe solo provare la tesi del culto all’interno del solo ordine crocifero: forse si era iniziata una causa di beatificazione o santificazione ma poi per qualche motivo mai fu conclusa. Del resto il fatto che non esista documentazione sulla vita di Rinaldo fa supporre che sia successo qualcosa che abbia fatto disperdere tutte le notizie: questo appare già prima della soppressione dell’ordine, momento da cui l’archivio crocifero è andato pian piano quasi del tutto disperso, tanto è che per ricostruire qualcosa della storia bisogna utilizzare le Bolle papali in favore dell’ordine.

Francesco Ferrari in “Catalogus sanctorum Italiae”, del 1613, nella pagina “IANUARII XXIV” (gennaio 24) scrive del Beato Raynaldo confessore dell’Ordine dei Cruciferi che in Montolmo ha una chiesa dedicata dove i suoi confratelli in tale giorno lo “venerano”. Preciso, scrive “Beato” e non “Santo”, a prova di quanto detto, che forse il culto era solo all’interno del suo ordine. A lettere grandi inoltre risulta una “ANNOTATIO” che specifica che non si conosce né nascita, né morte, né alcuna cosa della vita di Rinaldo, e aggiunge che bisognerebbe chiedere notizie ai suoi confratelli. La chiesa e il “Santo” vengono solo citati da Benedetto Leoni ne “L’origine et fondazione dell’ordine de’ Crociferi” (1598).

Molto interessante è invece l’ “Acta Sanctorum” (1643) del  Bolland. L’autore molto correttamente cerca di ricostruire almeno la bibliografia del “Santo” poiché non può scrivere niente della sua vita. Definisce comunque, come detto, Rinaldo “Santo”, precisando tra le altre cose che nel “Martyrologium” (1576) del Maurolico non viene affatto citato. Il Lili in “Storia di Camerino” (1652) nomina una piccola Chiesola à nome di San Rinaldo in Montolmo.

La piccola chiesa in Montolmo dedicata a Rinaldo (A), ovviamente dopo la sua vera o presunta canonizzazione, si trovava poco fuori dell’attuale porta San Donato (C) (iuxta portam Sancti Donati), più o meno dove oggi si trova il parcheggio dell’albergo Camerlengo. Il complesso era molto semplice e piccolo e presentava un modestissimo “ospedale” con attigua e divisa, come era solito per i crociferi, una chiesa. Si può vedere bene dal quadro di Durante Nobili di inizio XVI secolo che rappresenta Montolmo. Si vede anche molto bene la chiesa di S. Maria del  Paradiso (B) con porticato e l’attiguo convento dei frati Gerolomini a cui la struttura fu affidata nel 1480.

Hotel Camerlengo

La chiesa di San Rinaldo appare molto povera e questo non deve stupire perché era abbastanza frequente per l’ordine dei Crociferi. Il Bartolazzi racconta che fu soppressa nel 1804 dal cardinal Brancadoro, e si continuò a celebrare Messa una volta al mese fino a quella data: il materiale ancora presente in essa, mobili, arredi sacri e archivi, andarono completamente dispersi. Sempre il Bartolazzi narra che si raccontasse della esistenza di un quadro di San Rinaldo nella sala consiliare del municipio, da lui mai visto: il dipinto era stranamente scomparso, a dimostrare sempre più di come le circostanze si siano accanite sulla figura di Rinaldo.

Infine, ancora il Bartolazzi scrive che si tentò di ripristinare il culto di San Rinaldo ma nonostante l’interessamento dei cardinali Brancadoro nel 1805 e De Angelis nel 1855, fu tutto inutile, sicuramente per la mancanza totale di documenti. Non certo della famiglia dei Pampinoni, santo, beato o semplice monaco, Rinaldo fu per i montolmesi e i suoi confratelli di certo un esempio di virtù e non dovrebbe mancare il ricordo almeno dei suoi concittadini.

Modestino Cacciurri

19 agosto 2022

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