Da Mogliano la storia di un Crocifisso miracoloso e della chiesa di Santa Croce

Nelle Marche c’è la Basilica di Loreto che ospita al suo interno la Santa Casa di Nazareth; troviamo anche, sugli Appennini, il Santuario di Macereto che dentro racchiude una edicola trecentesca. Anche nella zona collinare intorno Mogliano esiste una situazione così singolare: la chiesa del S.S. Crocifisso dell’Ete, detta anche di Santa Croce, ingloba un tempietto in cui è conservato un affresco databile verso il 1350 che raffigura il Cristo in croce sorretto dal Dio Padre. Sono tre situazioni simili per quanto riguarda il tempio esterno, eretto intorno a qualcosa da proteggere e venerare.

Torniamo indietro nel tempo… era il XIV secolo e lungo una stradella che da Mogliano conduceva a Fermo, quando questa s’incrociava con il torrente Ete, era stata eretta una edicola semplice, senza porta, senza finestre, capace di contenere una mezza dozzina di persone. Era una edicola come tante altre presenti un po’ ovunque ma con una particolarità: aveva su una parete prospiciente l’ingresso un affresco con il Cristo in croce, il Padreterno, Santa Caterina di Alessandria, San  Giacomo con le chiavi del pellegrino e due angeli.

Accadde dunque nella primavera del 1578 che una pastora soprannominata la ‘caprara’ per un temporale scoppiato improvvisamente, trovò riparo per lei e per i maiali cui stava badando in questa edicola. Una forte voce le intimò: “Questo è un luogo di preghiera, vai via con quei maiali!” La storia si diffuse, prese piede tanto che sia i moglianesi ma anche fedeli dei paesi vicini presero a recarsi in quella pinturetta per pregare davanti a quel Cristo crocifisso. Ognuno lasciava un obolo e le elemosine divennero così copiose che la piccola cassetta presente non bastava a contenerle. Ci venne messo un cassone foderato in ferro, circondato da barre, piastre e chiavature (oggi conservato e visibile nella chiesa).

Iniziarono i miracoli, tanto che l’arcivescovo di Fermo inviò due persone per accertare quanto stava accadendo. I due videro i pellegrini e, soprattutto, le ingenti offerte. L’arcivescovo ordinò che lì fosse costruita una chiesetta provvisoria ove fossero celebrate le Sante Messe ordinate dai devoti. Ben presto, siamo nel 1579, si decise che le offerte sarebbero servite per erigere una chiesa più grande e la confraternita del S. S. Sacramento (fondata nel 1560) domandò di amministrarla. Iniziarono i lavori, si provvide ad allargare la strada per il grande accorrere dei devoti. Per la posa della prima pietra giunse l’arcivescovo Pinelli con due canonici e un teologo, scortato da una guardia di dieci uomini a cavallo. Si formò una processione con il clero, le confraternite e una gran folla di popolo; ci fu una Messa solenne, la venerazione della immagine, la benedizione della prima pietra e la dedicazione dell’erigendo edificio sacro al Crocifisso. Il muro con l’affresco fu segato e posto sulla parete di fondo del tempietto interno. La chiesa aveva due portici laterali e uno davanti, oggi questo non più esistente.

La chiesa è anche detta di “Santa Croce” e questo dopo il 1700, a causa di un  evento  particolare.  I  pellegrini giungevano sempre più numerosi per via delle guerre e dei terremoti, nel 1708 un moglianese, Nicola Marcelli, fece dono alla confraternita di una reliquia del legno della Croce così descritta: chiusa dentro una crocetta di cristallo di monte in filigrana dorato, e con relativo ostensorio di rame indorato. Un altro accadimento riguarda il lavoro di un grande artista, Lorenzo Lotto, e di una sua opera: la cornice realizzata a completamento della pala d’altare posta sull’altare maggiore della chiesa di Santa Maria di Piazza a Mogliano. Ebbene questo prospetto fu tolto e portato nella chiesa del Crocifisso perché non sapevano dove metterlo dopo essere stato sostituito con uno nuovo. Fu posto in un altare laterale a incorniciare un dipinto raffigurante il Crocifisso, Il Padreterno e cinque santi. Una nota: da pochi anni la cornice, restaurata, è tornata a definire la pala del Lotto come era in origine.      

A cura di Fernando Pallocchini

16 agosto 2022

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