Nelle Marche un primo caso di suicidio assistito con la macchina della morte

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, commenta il primo caso di suicidio assistito avvenuto in Italia nelle Marche: “Pochi giorni dopo la soppressione del disabile Fabio, nelle Marche è arrivata la macchina della morte che ha ucciso Mario, nome con cui era mediaticamente noto Federico Carboni, tetraplegico 42enne. Siamo arrivati alla follia distruttiva e mortifera: fermate subito questa scia di disabili uccisi, no all’applicazione omicida della cultura dello scarto contro cui tuona sempre Papa Francesco, inascoltato. È partita la mattanza degli inguaribili. In Italia disabili vengono uccisi senza una legge approvata dal Parlamento, senza che alcuna modalità né tipo di farmaco siano stati determinati da una qualche normativa, lasciando che un’associazione consegni un macchinario che produce la morte di  una persona con il sistema pubblico che si volta dall’altra parte e lascia fare. In sostanza abbiamo deciso che se una persona lo richiede è legale fornirle una pistola per spararsi in testa. Il macchinario di morte portato dalla Associazione Coscioni a casa di Mario è stato persino acquistato da Mario stesso, attendiamoci i cataloghi della dolce morte con vari modelli per produrre decessi. Il Popolo della Famiglia esprime tutto il proprio dolore per la morte di Federico Carboni e si augura che non si sia avviata così una lunga scia di suicidi di disabili che la società e lo Stato italiano trattano come fossero solo un peso, un problema da risolvere e non una persona con cui essere profondamente solidali mettendo ogni impegno e qualche risorsa in più per aiutarli a vivere circondati dall’amore e non da aguzzini che godono quando vedono un affaticato, un malato, un inguaribile chiudere gli occhi per sempre avendo adoperato gli strumenti di morte da quegli aguzzini forniti per poter sfornare l’immediato comunicato stampa da quegli aguzzini firmato”.

 Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale delle Marche del Popolo della Famiglia aggiunge: “La macabra coincidenza dell’uccisione nella nostra Regione prima di Fabio con la sedazione profonda poi di Mario con il macchinario per il suicidio assistito fornito dall’Associazione Coscioni, impone ora una presa di posizione delle amministrazioni locali a partire dalla presidenza regionale. Davvero siamo diventati la terra della morte, dove si sopprimono esseri umani disabili senza alcuna cornice legislativa e controllo dell’organo legislativo territoriale? Il Popolo della Famiglia pretende di conoscere chi ha fornito l’autorizzazione per quel macchinario di morte ad operare sul nostro territorio regionale. Le autorità locali controllano pure le macchine per fare il gelato, che siano a norma e non danneggino le persone, poi autorizzano macchinari che uccidono? E se nessuno ha autorizzato questi macchinari, com’è possibile che possano essere costruiti e consegnati a domicilio in maniera indisturbata? Sono quesiti a cui come Popolo della Famiglia pretendiamo sia data risposta”.

17 giugno 2022

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