A Sant’Elpidio, nella Perinsigne Collegiata, c’è un meraviglioso altare dedicato alla Madonna di Loreto, che fu donato dalla famiglia Asclepi. L’altare di cui parlo, pur gigantesco e bellissimo, è sempre dimenticato dagli operatori turistici regionali. A mio avviso è invece da vedere tra le cose più belle delle Marche.
Parlo del capolavoro ligneo barocco, con due ante mobili che racchiudono all’interno, ovviamente visibile, la statua della Madonna di Loreto. Gli studiosi riferiscono che esso sembra essere l’altare dedicato più grande delle Marche. Importante è anche sapere qualche notizia su Angelo Scoccianti, che lo realizzò.
Questo artista bravissimo, ma anche piuttosto sconosciuto, eseguì, tra l’altro, opere all’interno della prestigiosa Sinagoga di Pesaro e, quando questa fu smantellata i suoi capolavori furono trasferiti. Nel 1970 l’aron e la balaustra della tevah, in legno scolpito e dorato, eseguiti nel 1708 dalla sua bottega, furono rispettivamente ricollocati nel nuovo tempio ebreo di Livorno e nella sinagoga levantina di Ancona.
Dalle mie ricerche ho appreso (spero di essere nel giusto) che la famiglia Asclepi era originaria di Sant’Epidio ma si trasferì a Macerata dove si unì al casato dei Troli, unificando i due cognomi in Asclepi Troli. Nel 1704 ottennero il titolo comitale, in persona di Giovanni Antonio. Furono quindi investiti del titolo di Conti. Conte deriva da “Comes”, cioè “Compagno del Principe”. Ottennero il titolo e la corona comitale, e poterono vantare uno stemma.
Lo stemma della famiglia unita nel doppio nome è quello che viene così spiegato nell’archivio araldico nazionale: d’azzurro, al leone d’oro, e nel canton destro undici gigli d’argento, disposti 3, 2, 3, 2 e 1. La famiglia, oltre che a Sant’Elpidio a Mare, abitò in un palazzo di Macerata e poi in Ancona. A Macerata c’è un palazzo che fu costruito dal conte Antonio Asclepi intorno al 1789 su un’area precedentemente occupata da alcune case di sua proprietà.
Secondo Libero Paci il progettista della facciata fu l’architetto comunale Giuseppe Mattei. Nel palazzo si scrissero pagine storiche, infatti qui si riunirono i patrioti che diedero vita ai moti rivoluzionari del 1817. Giuseppe Garibaldi risiedette nell’edificio nel 1848 e vi costituì la Legione Romana che avrebbe combattuto l’anno dopo a Porta S. Pancrazio contro i francesi.
Alberto Maria Marziali
7 marzo 2022