La Ginestra e l’Empia Natura leopardiane contengono un messaggio attualissimo

Scrive Giacomo Leopardi: …E tu, lenta ginestra, / che di selve odorate / queste compagne dispogliate adorni / anche tu presto alla crudel possanza / soccomberai del sotterraneo foco…

Bentrovati! E così, dopo circa 2 anni siamo qui a rigirarci i pollici e a domandarci come e se mai finirà! Il nostro caro Giacomo Leopardi, poco prima di morire, mentre si trovava in esilio a Torre del Greco, scrisse ciò che vuol essere ed è considerato praticamente il suo Testamento spirituale: compose la lirica La Ginestra, o fiore del deserto.

Egli riconosce nella Ginestra, il simbolo della condizione umana; la lotta che l’uomo deve ingaggiare contro la crudele natura fino a sfiorare la disperazione… Riconosce nella Ginestra il simbolo dell’umile coraggio e lieve rassegnata resistenza, dignitosa “sull’impietrata lava” accetta, a differenza dell’umano sdegno, il tragico suo destino… con umiltà, senza viltà, ma con umile speranza! Leopardi, vede nel Vesuvio, la potenza distruttiva dell’Empia Natura, che travolge l’opera dell’uomo senza pietà. Quindi, la causa d’ogni calamità per l’uomo, proviene dalla matrigna natura. Terremoti, frane, maremoti, straripamenti, eruzioni vulcaniche, malattie, epidemie…

Ed eccoci all’attuale nostra pandemica situazione… e cercando analogia di riferimenti per avvenimenti, possiamo affermare che dopotutto, Leopardi ha precorso i tempi. Anche se andando a ritroso nella storia, abbiamo diversi episodi, che hanno creato difficoltà alla vita della società umana. Ma… il nostro “Virus”, è stato partorito dall’Empia Natura? Certo è che, di conseguenza, si è creata una pessima situazione economica e sociale, per la quale non si possono fare previsioni, tantomeno rosee! Ogni tanto esplode… “dall’utero tonante” una nuova ondata di contagi… che regala nuovi disagi in ogni settore della vita, sociale e familiare: come il Vesuvio con i suoi imprevedibili rigurgiti di lapilli e cenere.

Avrà fine questa guerra verso un Virus fantasma e subdolo? L’uomo è disarmato poiché, non essendo immortale, si trova impotente di fronte alla smisurata potenza della natura. Da questa consapevolezza dovrebbe nascere un sentimento di solidarietà umana! Il messaggio del capolavoro di Giacomo Leopardi è che dovremmo tramutarci tutti in meravigliose Ginestre! Luminose, come il fulgido color dell’Oro! Portatrici di Pietà, speranza, solidarietà, coraggio e resistenza estrema verso un destino crudele!

Dovremmo essere solidali tra di noi e non creare ambigue e disoneste fonti di illecito guadagno sempre a discapito dei più deboli e miseri… Ma, ciò che è grave, a discapito della salute di tutti, non essendoci chiare e sicure disposizioni per terapie adeguate. Questa non è collaborazione e protezione verso il prossimo e la pietà non è solo una parola: essa è un sentimento di partecipazione e di solidarietà con chi soffre. Leopardi, nel suo testamento, ci ha donato un messaggio: lasciare le Tenebre e andare verso “La Luce”.

Fulvia Foti

4 febbraio 2022

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