Quando un maceratese vuol fare – si dice – lo “sciò-sciò” e da buon provinciale si reca in altra città di mole e fama maggiore, cerca di adeguare il proprio dire a quello del luogo in cui si trova. “Si scafa” dimentico del motto che “poli stà ppure sett’anni sotto lu camì, puzzi sembre de contadì”.
Scena: bar di città del nord, entra una coppia di maceratesi, è sera tardi e la serranda è mezza abbassata; all’uscita del bar il marito urta con la testa sul bordo inferiore della serranda; nessun moccolo, solo: “Uhhhh la peppa!”(aveva assunto il fare torinese). La moglie invece secca: “Ma che ppeppa e ppeppa: sta ‘ttendi a le corne che porti…”.
Tratto da “Macerata un tempo” di G. Binni rivisitato da G. Giachini
8 dicembre 2021