Da quale Corte provieni, se nessuno mai / ti ha visto passare realmente, / tanto sono lontane le vicende umane / sepolte dalle macerie, tra l’eco della morte. / Tu oggi hai il mio volto? / Ho scritto con agile penna / i più incerti, svariati sentieri, / le più vane forme spirituali / nella fragilità di un ricordo. / Ti ho colto come un fioco lume / dentro un orizzonte, ti riconobbi, / eri l’immagine di un passato che è stato, / e non ne serbo più traccia. / Non tu hai scelto me, né io te, / anche se, in certi posti, in certi luoghi / tra i giorni più belli, ho cercato il tuo regno / quando fantasticava il mio cuore, / ma non era la sua via. / Fresca e vana, fu la tua compagnia, / ne rammento solo un malinconico velo, / ma senza carpirne un nesso. / No, il tuo nome non è il mio, / in me oggi batte il sangue di un uomo vero. / Non declamarmi nei tuoi versi.
Mauro Ruzzu
6 dicembre 2021