Storie maceratesi: “Che figura!” O, piuttosto, che… figure! Ossia che personaggi!

Un artigiano di Macerata era famoso per la sua miopia; portava occhiali con lenti spesse, quelle che i maceratesi chiamavano “a culu de vecchié’”. Una sera dopo cena, si era d’estate, il nostro artigiano passeggiava con un amico per le cosiddette mura di tramontana. Aveva le sigarette in tasca, ma non i fiammiferi; l’amico non fumava, e il nostro ormai, in preda all’irresistibile voglia della sigaretta, guardava intorno per vedere se passasse un fumatore. All’improvviso vicino a sé, quasi di fianco, vede luccicare quello che ritenne essere il fuoco di una sigaretta tenuta in bocca da un passante; si avvicina e chiede: “Per favore mi fa accendere?”. Che è, che non è, il piccolo fuoco intravisto sparisce all’improvviso. Aveva fermato una lucciola.

Tratto da “Macerata un tempo” di G. Binni rivisitato da G. Giachini

21 novembre 2021

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