A commento del proverbio “La casa nasconde ma non ruba” e che nel Montefeltro suona: “La chésa ar-piàtta ma en robba” raccontiamo quanto segue…
Il primo giugno del 1927 è stato, per la bella Rosina dei Forquini, indimenticabile. Non per la festa di San Crescentino, che richiamava gente da ogni dove e perfino dalle vallate del Foglia e del Metauro, a piedi, in calesse o a cavallo. Quanto, invece, per aver perso le “scarpe della festa”, di chiaro cuoio fine, a punta lunga, con fibbia a cinturino a collopiede secondo l’ultima moda. Quando era già bella agghindata per partecipare al rito della processione, andò per prendere le scarpe da sotto l’armadio ma… trovò la scatola vuota.
Prima la sorpresa, poi arrivò lo sconforto e il mistero dopo aver frugato in tutta la casa, nella stalla, in soffitta, nella legnaia senza trovare traccia delle scarpe. Con il passare dei giorni, il danno materiale, in verità modesto, si tramutò in un problema serio per tutta la famiglia, tale da non escludere la presenza degli “spiriti”, delle “Anime sante del Purgatorio” e, diciamolo anche, di sospettare dei vicini di casa.
Non per nulla, la domenica successiva, si decise di seguire in segreto Fernanda, la vicinata, al mercato di Colbordolo per vedere se, per caso, le scarpe avessero cambiato piede. Soltanto Mariano, il “capoccia” dissentiva stizzito, ribadendo ogni qualvolta si ritornava sull’argomento che: “La chésa en robba, che qualcun ha pers la testa”.
Grazie a Dio la saggezza ancora una volta l’avrà vinta. Quando, infatti, due settimane dopo andò per aprire la bocca del forno per la “cotta” del pane, scoprì che le scarpe della festa della bella Rosina erano lì dentro, cucinate al punto giusto ma… rigide come stoccafissi! Ce le aveva messe ad asciugare con grande premura la vecchia nonna, dopo che erano state indossate l’ultima volta durante una giornata di pioggia, a forno ancora caldo. Ecco allora che… “Casa nasconde ma non ruba”.
Claudio Principi
2 novembre 2021