Sono uscite le novità per quanto riguarda l’applicazione del “Superbonus 110%” ed è il caos più disarmante che mette in totale difficoltà i cittadini, le aziende e i tecnici che si stanno occupando della ristrutturazione di abitazioni.
Afferma una nota congiunta dei Collegi dei Geometri di Macerata e di Camerino e dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Macerata: “Esprimiamo forte preoccupazione per le notizie che arrivano riguardo la proroga dei bonus in vigore fino al 31 dicembre 2021. La complessità delle progettazioni e degli iter previsti da norme che ancora presentano alcuni chiaro scuri creando incertezza nelle scelte, con particolare riguardo alla prevista implementazione del contributo per la ricostruzione post sisma con i bonus e superbonus sono completamente incompatibili con scadenze ravvicinate sia per quanto riguarda la redazione dei progetti e della documentazione, sia per quanto concerne i tempi di realizzazione. Al di là delle scelte che la Politica è chiamata a fare è indispensabile che le norme siano scritte da soggetti che conoscano le dinamiche del mondo delle costruzioni e dell’urbanistica per evitare continui ricorsi ad interpelli, interpretazioni e chiarimenti, che dimostrano quanto la norma emanata sia di difficile applicazione senza di loro, rallentando ovviamente i tempi di predisposizione della documentazione. In particolare, per quanto riguarda i territori colpiti dal sisma, ma in generale per le aree interne di tutta la dorsale appenninica, l’eliminazione degli edifici uni-bi-trifamiliari dal superbonus 110% escluderebbe da questa formula di contributo la quasi totalità delle tipologie edilizie esistenti in quei territori, nell’area del cratere certamente, e nelle Marche sicuramente, incidendo in modo determinante sulla capacità di questi territori di rialzare la testa dopo eventi devastanti, per il territorio maceratese, quali la vicenda del default di Banca Marche, il sisma del 2016 e recentemente, unitamente a tutto il popolo italiano, la pandemia dalla quale cerchiamo faticosamente di riemergere. Rileviamo anche che una interruzione della combinazione contributo post sisma e superbonus 110% creerebbe una disparità di contribuzione tra i cittadini, al vero ancora troppo pochi, che ne hanno potuto usufruire, e quelli che non lo potranno fare se si deciderà di interrompere l’esperienza superbonus. Il Covid e le implicazioni sociali connesse hanno evidenziato criticità strutturali sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di materiali, sia per i costi di mercato che risultano lievitati al fine di permettere agli operatori economici di mantenere equivalente la capacità di riacquisto dei prodotti e le relazioni commerciali internazionali completamente modificate dopo la fase acuta della pandemia, a cui va aggiunta la carenza strutturale del sistema costruzioni, del tutto inadeguato al momento che siamo chiamati a vivere sia per quanto riguarda la fase tecnica, che per quanto riguarda quella operativa della costruzione, entrambe fortemente decimate dagli anni di crisi alle nostre spalle e quindi oggi non in grado di rispondere in tempi efficienti alla domanda del mercato. Non rendere permanenti in tutta la dorsale appenninica i bonus e superbonus 110%, e comunque, come extrema ratio, anche solo nell’area del cratere per tutta la durata della ricostruzione, ha il significato di distinguere nel nostro paese le aree destinate a svilupparsi e quelle destinate a spopolarsi e rinunciare fin da ora all’obiettivo di non sottrarre altro territorio al paesaggio rigenerando il patrimonio edilizio esistente con una visione ampia che con sincerità non traspare del tutto nelle norme attualmente a disposizione, un vero labirinto all’interno del quale la burocrazia la fa da padrone. Riteniamo che in tutto il Paese sia necessario poter utilizzare strumenti che consentano di procedere, in modo organico, sistematico efficiente ed efficace, a quel processo di rigenerazione urbana e territoriale, dando nuova vita al patrimonio edilizio in gran parte vetusto e inefficiente sia dal punto di vista energetico, che della sicurezza statica. La dinamica dei prezzi dei prodotti energetici in atto in questo momento e gli effetti che ne seguiranno trovano nell’utilizzo dei Bonus e Superbonus 110% la loro naturale soluzione: un’occasione unica che non può né deve essere rallentata o limitata; siamo infatti convinti che sia da programmare un arco temporale opportuno del loro utilizzo, superando ampiamente la fine ipotizzata del 2023. Se le misure legate alla ricostruzione post sisma 2016 e l’adozione di incentivi straordinari come i Superbonus 110% comportano inizialmente uno sforzo finanziario al quale lo Stato dovrà garantire adeguato sostegno e continuità, al termine di tale processo e di un uso estensivo dei Superbonus, i benefici sociali ed economici supereranno ampiamente i costi sostenuti. (hiips://www.fondazion ecni.it/temi/lavori-pubblici/4127-l-impatto-sociale-ed-economico-dei-superbonus-110)”.
Nota della Redazione – E che dire del tetto Isee fino a 25mila euro imposto alle famiglie? Le abitazioni mono-bi e tri-familiari sono già escluse in partenza; i grandi condomini sono ammessi (ed è già un problema il loro sgombero dagli abitanti: dove mettiamo i, poniamo, 30 nuclei familiari che dovranno momentaneamente lasciare il loro appartamento per attuare la realizzazione del riscaldamento a pavimento?) ma se all’interno del condominio ci fossero dei nuclei familiari con Isee superiore a 25mila euro, la loro porzione di “cappotto” non verrà realizzata? Ci saranno pareti esterne a “macchia di leopardo”? Sembra proprio che tutto sia organizzato per bloccare il Superbonus.
31 ottobre 2021