L’intera vicenda artistica di Sergio Carlacchiani in una antologica a Civitanova Alta

C’è stata l’antologica di Sergio Carlacchiani nella chiesa di sant’Agostino a Civitanova Alta. Una mostra che grida ed è circondata di silenzio, una mostra che segue fedelmente la storia dell’intera vicenda artistica di Carlacchiani: la riproduce e la celebra. Gli stessi curatori avevano vaticinato per essa: “Una mostra per pochi che dovrebbe essere visitata da molti”.

Perché “per pochi”? Ma perché Carlacchiani fa mostre impegnative, che non siano dedicate solo al “successo” ma che piuttosto offrano e riproducano l’originalità e l’estro creativo e comunicativo da cui nascono, senza la cura di quei “convenevoli” che in genere rendono gradita oggi un’esposizione d’arte. E perché “dovrebbe essere destinata a molti”? Ma perché essa insegna e dà prova a che può portare la passione e la dedizione di un artista quando la sua creatività è poliedrica, multiforme, non priva di genialità.

La mostra offre attraverso una molteplicità di espressioni, di quale dimensione e di quale intensità sia capace un artista sensibile e impegnato in un’assoluta militanza qual è Carlacchiani. Diamo qualche numero: l’esposizione è frutto di un lavoro svoltosi ininterrotto per quasi cinquant’anni (le opere in mostra datano dal 1973 a oggi). Non ci sono tutte, naturalmente, ma ce ne sono molte! Si è scelta la linea della quantità, perché la qualità era già insita in tutte. Si è pensato di farne vedere in gran numero, accostate com’erano nelle quadrerie di una volta: la modernità dell’artista la si è voluta così approssimare a questa lontana tradizione.

L’allestimento è stato coerente con queste idee ed è stato sapiente e puntuale nella realizzazione; ha comportato anch’esso tanto lavoro e tante ansie da parte dell’autore e dei suoi collaboratori. Ma c’è da dire che l’apprezzamento delle persone che ben ne conoscevano il valore, non è mancato. La Pinacoteca Civica “Marco Moretti” a Civitanova Alta, nella persona della dottoressa Bruni che la dirige, ha offerto all’artista tutto il supporto di promozione di cui c’era bisogno. Altrettanto ha fatto il Comune di Civitanova con lo staff dell’Ufficio Cultura nella persona del Sindaco Fabrizio Ciarapica, che ha seguito l’artista in tutte le manifestazioni anche di contorno alla mostra. Critici d’arte e sostenitori dell’artista l’hanno affiancato con generosa disponibilità partecipando a incontri con il pubblico, tavole rotonde, recital ideati dall’artista per l’occasione. L’estro e la passione di Carlacchiani, il suo amore per l’arte, la poesia e la creatività in genere hanno avuto tutto lo sfogo che meritano.

Si potrebbe affermare che l’arte, nuda e disadorna, come può offrirsi una creatura all’amore, ha avuto davvero campo libero.  Nel bel catalogo “enciclopedico”, stampato per l’occasione (dalla Tipografia Fioroni e attraverso l’estro artistico di Agostino Cartuccia) riassume in immagini e con particolareggiate annotazioni tutta la vicenda storica dell’artista con le situazioni e i numerosi coinvolgimenti che l’hanno accompagnata (vi viene ricordata la sua vicinanza col mondo della poesia, l’amicizia di Alda Merini, e la frequentazione di Casa Leopardi in cui spesso l’artista è stato chiamato a recitare i testi dell’illustre Antenato).

Carlacchiani è andato a trovarsi la sua vita, l’ha cercata, l’ha incontrata così come immaginata e desiderata; ha cercato i suoi simili, quelli della stessa lingua e del medesimo sentire: un mondo a sé, nella forma desiderata, in onore della sua adolescenza, in onore delle sue solide fedi, in onore di una società che nei suoi intenti e nelle sue speranze fosse profondamente sua e per tutti.

Va anche ricordato che Carlacchiani anima da anni la situazione culturale e artistica di Civitanova essendo ideatore e organizzatore della manifestazione annuale di VitaVita. È stata una mostra che ha offerto delle emozioni ormai rare, con abbondante visione, nel silenzio stesso in cui è avvolta. 

Lucio Del Gobbo

25 ottobre 2021

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