Antiche scritture che oggi solo pochi sanno leggere: i misteriosi simboli cistercensi

I numeri cistercensi sono un sistema di numerazione dimenticato, che è stato sviluppato dall’ordine monastico cistercense all’inizio del XIII secolo, che ha la particolarità di essere molto più compatto rispetto ai numeri arabi o a quelli romani. Infatti con un singolo carattere si può scrivere qualsiasi numero intero che è compreso tra 1 e 9999. Questa è la sua caratteristica ma è anche il suo limite, che non consentiva di utilizzarli per fare calcoli matematici. Eppure aveva una sua efficienza per ricordare date particolari, numerare pagine di manoscritti e per indicare luoghi e altri indicatori pratici, in un codice esclusivo usato solo da chi aveva imparato a scriverlo: un codice segreto!

I numeri cistercensi

Come ha avuto origine? Quando ormai era stato praticamente abbandonato il sistema di numerazione romano, i numeri arabi avevano iniziato a essere utilizzati in tutta Europa, in quanto semplici e capaci di permettere operazioni più o meno complicate, scrivendole. La numerazione basata sul sistema decimale era diventata la norma per tutto l’occidente, un metodo di calcolo “universale”. Ebbene, i cistercensi si erano creati un sistema numerico tutto particolare, anch’esso a base decimale, ma fondato su segni, linee all’apparenza senza alcun ordine, che permettevano di poter codificare e comunicare in un linguaggio cifrato nonché esclusivo.

Proviamo a fare un esempio pratico usando il numero 1234. Con i numeri romani, che sono stati fatti derivare da lettere maiuscole della scrittura alfabetica, otteniamo MCCXXXIV. In effetti ne deriva un numero lungo otto cifre oltretutto complicato. Passiamo ora a scriverlo in numeri arabi: 1234; rispetto ai numeri romani si è dimezzato, quindi è più corto mantenendo tuttavia la compattezza in verticale. Vediamo, invece, come sarebbe stato scritto con i simboli cistercensi:

Numero cistercense 1234

Ha il vantaggio di essere un solo numero ma è complesso e occupa spazio in verticale: provate a farci dei calcoli matematici… il primo grande e limitante  intoppo si ha superando il 9999: impossibile andare oltre.

I monaci cistercensi: chi erano costoro?

L’ordine dei cistercensi fu fondato nel 1098 da Roberto di Molesme (monaco cluniacense di nobile famiglia), ma fu portato al massimo della notorietà da Bernardo da Chiaravalle. Questi, uomo di forte personalità, visse per 20 anni come figlio di cavaliere, prima di convertirsi e di entrare con un gruppo di compagni nel monastero più austero, Cîteaux. Criticando i monaci di Cluny per il loro gusto eccessivo del lusso e della comodità, propose un altro stile di vita monastica, quello cistercense, ispirato alla regola benedettina che obbligava tutti i monaci al lavoro nei campi e affermava che il lavoro manuale dovesse essere alternato da quello spirituale, attraverso la concentrazione sulla Scrittura al fine di decifrarne il senso. I monaci cistercensi ritornarono al ritmo calmo delle stagioni e dei giorni, ai cibi frugali, ai vestiti disadorni, all’osservanza delle liturgie religiose. Nonostante i monaci cistercensi rinunciassero alle comodità terrene, si misero all’avanguardia per quanto riguarda le innovazioni tecniche finalizzate a una maggiore resa agricola, unica loro fonte di sostentamento. I monaci perfezionarono le loro tecniche trovando di volta in volta soluzioni diverse: nella pianura padana adottarono, a esempio, il sistema delle marcite, grazie al quale canalizzando l’acqua che sgorgava dai fontanili e portata a temperatura costante ottenevano che i campi aumentassero la loro produttività fino a più tagli di erba durante l’anno. I caratteri delle abbazie cistercensi visualizzano quindi questa corrente di pensiero, tornando alla semplicità delle forme architettoniche, eliminando il superfluo. L’abbazia di Chiaravalle di Fiastra rispecchia in pieno i canoni cistercensi.

a cura di Fernando Pallocchini

12 ottobre 2021

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