La “Sagra della Polenta” colorata dalle opere di Street Art dei giovani di “Di Bolina”

“Di Bolina” colora Santa Maria in Selva. La cooperativa sociale di Treia ha realizzato alcune opere di street art nella frazione in occasione della sagra della polenta. L’edizione 2021 della manifestazione è la prima a essere organizzata senza don Giuseppe Branchesi, per tutti “don Peppe”, venuto a mancare il 19 aprile del 2020 a causa del Coronavirus.

Il sacerdote era molto legato alla realtà di “Di Bolina”, la quale nella località treiese gestisce un centro socio-educativo per persone con disabilità, svolgendo servizi assistenziali riferibili al disagio psicologico. Le decorazioni fatte su strade vogliono rappresentare quel senso di comunità tanto caro a don Peppe, segnando l’ingresso alla sagra (ultimi appuntamenti sabato 25 e domenica 26 settembre) ma non solo: nei mesi a seguire i disegni saranno utilizzati per organizzare giochi della tradizione e, ad esempio, tornei di scacchi e di dama.

Si tratta di uno speciale “benvenuto” anche per quanti intraprenderanno il cammino dell’antica via Romano-Lauretana verso la Basilica della Santa Casa. «Il comitato della sagra della polenta ha voluto in questo modo rimarcare la sensibilità di don Peppe verso le attività e gli ospiti della cooperativa “Di Bolina” – spiegano gli stessi organizzatori -, oltre a far conoscere le attività del centro ai tanti visitatori che giungono per la festa da tutta la regione».

La collaborazione artistica è stata seguita passo dopo passo dagli educatori e dal componente del comitato Gabriele Soldini: «Le opere d’arte realizzate dai ragazzi nelle aree gentilmente concesse dalla società Abbadiense Srl (nella persone del presidente, l’ing. Goffredo Spernanzoni) rappresentano la continuità di un percorso intrapreso insieme verso la realizzazione di una struttura da destinare al “dopo di noi” – si sottolinea dal comitato -, un progetto promosso dall’associazione “Oltre i limiti” che riunisce le famiglie coinvolte nelle attività della cooperativa». 

Molteplici sono, tuttavia, le iniziative messe in campo a Santa Maria in Selva dal punto di vista culturale e sportivo, alle quali si aggiungono e s’intrecciano in questi giorni gli appuntamenti della sagra, tra cui un convegno proprio in onore di don Branchesi.

«Da qui con lui sono partiti i gemellaggi della città di Treia in tutta Europa, così come la società di calcio “Abbadiense” (militante in seconda categoria) che rappresenta un altro importante punto di riferimento – sottolineano gli organizzatori della sagra -, essere vicino alle persone in difficoltà è il miglior modo di ricordare “don Peppe”. Inoltre, con le vendite del libro “Grazie fratello” curato dal giornalista Maurizio Verdenelli è continuata la costruzione di una biblioteca e di spazi polifunzionali in Africa, per le famiglie e i giovani del Togo, ma tante altre sono le idee in divenire».

A ribadire la valenza delle opere d’arte su strada dipinte dagli ospiti di “Di Bolina” è anche il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari che a Santa Maria in Selva è di casa. «È stato un gesto incisivo e commovente – afferma Pettinari -, fatto da una realtà della quale forse non tutti sono pienamente consapevoli o rendono merito. “Di Bolina” è un orgoglio e non posso non pensare a Giovanni Soldini (ex assessore ai Servizi sociali di Treia) che aveva fortemente voluto questa realtà e che oggi ci guarda dal cielo».

Per Pettinari, un valore aggiungo è dato dal coinvolgimento nella festa: «Evento che è più di una manifestazione gastronomica e che trova un significato straordinario nell’esempio di don Peppe, un ricordo che vogliamo onorare insieme all’impegno encomiabile degli educatori e dei volontari della sagra. Si finisce sempre per meravigliarsi di quanto le persone disabili possano insegnarci, queste opere ci aiutano a meditare e ci rendono più consapevoli di questa ricchezza». 

Parole condivise anche dall’attuale assessore ai Servizi sociali di Treia Luana Moretti: «Questi ragazzi sono dotati di una sensibilità incredibile e non smettono di mettersi in gioco, che sia nelle attività quotidiane di “Di Bolina”, nel teatro, nella musica o come in questo caso nell’arte, gli ospiti della cooperativa offrono un messaggio di inclusione che gli organizzatori della sagra della polenta hanno saputo cogliere e valorizzare nel nome di don Peppe».

25 settembre 2021

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