Partita la campagna referendaria contro il green pass, il 18 settembre 2021 è iniziata la raccolta delle firme che è stata annunciata un comitato composto, come si legge sul sito referendumnogreenpass.it, dall’avvocato di Salerno Olga Milanese, da Luca Marini docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma e da Francesco Benozzo, docente di filologia romanza all’Università di Bologna. Fra i promotori e garanti c’è anche l’ex direttore di Rai2 ed ex consigliere d’amministrazione della Rai Carlo Freccero.
Le almeno 500mila sottoscrizioni vanno depositate entro il termine di legge (prorogato di recente) del 30 ottobre 2021. La prospettiva è di arrivare al voto non prima della primavera-estate 2022. I promotori invitano a sottoscrivere i quesiti referendari ai banchetti e nei punti di raccolta (soprattutto studi legali) in via di aggiornamento nonché con la firma digitale con l’apposizione della marca temporale o l’invio attraverso la Pec.
Ma il popolo del No green pass si è già spaccato su questa iniziativa, forse ha capito di non avere i numeri: la maggioranza degli italiani potrebbe votare NO a un possibile referendum contro la certificazione verde, per cui la consultazione adesso sarebbe solo un suicidio.
I “No green pass” temono di essere una minoranza. Anzi, quel referendum rischia di essere, di fatto, un’arma a doppio taglio: «C’è sicuramente un forte movimento contrario all’imposizione del green pass che sappiamo tutti essere un’estorsione, una violazione lampante della Costituzione, una delle peggiori normative mai approvate dai governi del nostro disgraziatissimo Paese. – spiega in un video l’avvocato Alessandro Fusillo, noto per le sue posizioni contro il green pass – Quelli che vogliono il referendum contro la certificazione verde temo che non siano la maggioranza del Paese. Se vincesse il No ci troveremmo con questa normativa ufficialmente approvata dalla maggioranza degli italiani e con l’impossibilità per il governo di toccarla per i prossimi anni».
Ad avvalorare queste ipotesi e a insinuare nuovi dubbi sulla reale utilità del referendum, il famoso “cui prodest”, contribuiscono le perorazioni a favore dell’iniziativa da parte di personaggi apertamente schierati a favore del green pass e della vaccinazione obbligatoria. A esempio si dichiarano a “favore” del referendum il virologo vaccinista Roberto Burioni e il Commissario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo. Quest’ultimo, quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse del referendum per abolire il Green pass, ha risposto: «Tutti gli strumenti di democrazia vanno bene. Io sono per la Costituzione. Gli italiani vaccinati sono 41 milioni, ovvero il 76% della popolazione over 12, con il referendum si vedrà cosa decide la maggioranza degli elettori». Ancora più preciso è stato Burioni che scrive su Twitter: «Invito tutti a firmare così una volta per tutte ci contiamo e vediamo democraticamente cosa ne pensa la maggioranza e quanti sono veramente i No vax».
Sembrerebbe così che questo referendum rischia di essere una trappola tipo Cavallo di Troia. Insomma referendum si o referendum no? A voi la scelta…
Paolo D’Arpini
22 settembre 2021