Ho letto con interesse la recente notizia, proveniente dagli scavi in corso a Fano, in cui si annuncia la scoperta dell’ala sinistra dell’ipotizzato criptoportico. Lo ha comunicato la Soprintendenza archeologica affermando: “Sarà un impegno di tutta la comunità regionale valorizzare quanto sta venendo alla luce, e che arricchisce il patrimonio archeologico insieme con gli studi su Vitruvio”. Segue una nota del vice presidente della Regione, Carloni, e dell’assessore alla Cultura Giorgia Latini. Indubbiamente fa piacere l’interesse dimostrato dai due personaggi politici sulla evoluzione di tale sito archeologico, che comunque al momento ha una rilevanza di modesta portata.
A tal proposito pongo una domanda: “Perché lo stesso interesse non venne mostrato per le scoperte, avvenute negli anni a cavallo del secolo, a Urbs Salvia, città romana di origine picena ben più importante rispetto ai ritrovamenti venuti alla luce a Fano?” Inoltre gli scavi, effettuati a Urbs Salvia in circa quattro stagioni, portarono alla scoperta totale del criptoportico dedicato alla dea Salus, con tutti i suoi affreschi e i mosaici. Tutto è stato documentato con una scrupolosa ricerca aerofotogrammetrica satellitare e pure con decine di ricognizioni in elicottero, che portarono a clamorose e importanti scoperte. Inserii ogni cosa in una raccolta di oltre 20mila immagini tra foto e diapositive, da me stesso eseguite, e ora depositate (forse) nel museo statale di Urbisaglia.
Formulo un’altra domanda: “A parte l’Università di Macerata che ogni tanto attiva qualche settimana di scavi, perché la Soprintendenza archeologica, il Comune di Urbisaglia, la stessa Regione Marche lasciarono cadere nell’oblio questo sito archeologico oggi forse unico in Italia?” Non solo Urbisaglia venne dimenticata ma con essa tanti altri siti presenti nel territorio provinciale equivalenti per importanza a Fanum, alcuni appena esplorati, altri ancora sotto terreni vergini da scavi!
Qualche nome? Helvia Ricina, Pausolae, Trea, Potentia, Cingolum, Cluana, Septempeda, Camerinum, Tolentinum, Matilica. Per non parlare di altri insediamenti piceni o ville romane, come Villamagna, classificata dall’archeologo Marc Maier della Università di Barcellona come “Villa Imperiale”, dove gli scavi procedono a singhiozzo scoprendo ogni volta meraviglie. È incomprensibile questo colpevole disinteresse delle nostre storiche realtà culturali dalle autorità preposte alla valorizzazione di tale immenso patrimonio. Incompetenza? Ignoranza? Indifferenza? Forse tutte e tre le ipotesi insieme!
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Umberto Migliorelli
31 agosto 2021