Chiusa, quindi, la polemica tra il Sindaco di Treia Franco Capponi e la dirimpettaia del famoso muro che custodisce decine di arbusti di capperi, potati massicciamente lo scorso autunno dall’Amministrazione Comunale e divenuti celebri perché della loro bellezza e rigogliosità parla, nel romanzo “Giù la Piazza non c’è Nessuno”, la famosa scrittrice Dolores Prato.
Come già affermato dal Sindaco di Treia, l’intervento di potatura aveva lo scopo di far rifiorire i meravigliosi capperi di Dolores Prato e non di estirparli, come invece era stato polemizzato. Una controversia, dunque, a lieto fine per le mura della Città di Treia che tornano decorate dai bellissimi capperi in fiore. Chi vuole, in questi giorni di festa ed eventi per la Città, potrà passeggiare e ammirarli di nuovo.
I capperi – La Capparis spinosa è piccolo arbusto sempreverde, originario del bacino mediterraneo e dell’Asia centro-meridionale, molto diffuso anche in Italia. Il portamento è cespitoso, con fusto subito ramificato e rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o ricadenti. Le foglie sono alterne e picciolate, a lamina subrotonda e a margine intero, glabre o finemente pelose, di consistenza carnosa. La forma della lamina è ovata, il margine è liscio, le nervature sono pennate e non è una foglia composta.
L’origine del nome – Il nome dato alla specie è dovuto alla presenza , alla base del picciolo, di due stipole trasformate in spine. Nella varietà inermis, la più comune, le stipole sono erbacee e cadono precocemente. I fiori sono solitari, peduncolati e vistosi. L’androceo è composto da numerosi stami rosso-violacei ,provvisti di filamenti molto lunghi. Il frutto è una capsula oblunga e verde, a forma di fuso, portata da un peduncolo di 2-3cm, fusiforme e carnosa, con polpa di colore rosaceo. Contiene numerosi semi reniformi, neri o giallastri, di 1-2 mm di dimensioni. A maturità si apre con una fessura longitudinale. Comunemente i frutti sono chiamati cucunci o cocunci. Il cappero è coltivato fin dall’antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e in Asia occidentale fino all’Oman. È spontaneo solo su substrati calcarei: nel suo ambiente naturale cresce sulle rupi calcaree, nelle falesie, su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. È una pianta eliofila e xerofila con esigenze idriche limitatissime. È una pianta che può essere coltivata anche in vaso, ma a dovute condizioni.
Il frutto – Il frutto del cappero si forma in seguito alla fioritura, a partire in genere dalla metà di giugno e per tutta l’estate, si raccoglie staccandolo completo di picciolo. Lasciar formare i frutti significa però perdere buona parte dei boccioli. I capperi necessitano di posizioni molto soleggiate per svilupparsi al meglio, amano estati molto calde (anche superiori ai 35-40 gradi), e inverni miti, anche se possono sopportare brevi periodi di gelo non troppo intenso. Necessita di una posizione al riparo dai forti venti e dove possa godere della luce e del calore del sole per molte ore al giorno. La crescita è piuttosto lenta: servono almeno quattro anni prima di un raccolto soddisfacente.
11 agosto 2021