Quando legalizzare diventa ipocrisia anche l’omicidio diviene, all’occorrenza, legale

La canapa,  cresciuta spontanea in natura o coltivata per secoli,  non può essere legale o illegale resta sempre una pianta naturale e, come tale, deve venire considerata dono della natura e l’uomo e gli animali se ne sono avvantaggiati nei suoi molteplici usi. Lo stesso può dirsi del rapporto sessuale che è alla base della continuazione della specie umana, delle relazioni fra i due generi e fonte ispiratrice di  sentimenti e situazioni sociali e familiari. Elementi “naturali”.

Eppure nella società predatrice e utilizzatrice, industrializzata e burocratizzata in cui siamo precipitati,  la prevaricazione e il controllo si sono spinti sino a rendere “artificiale” qualsiasi elemento. Basta vedere lo sfruttamento forsennato di risorse naturali come l’aria, l’acqua, gli elementi in generale, che ha portato la nostra società sino al punto di ragionare in termini di uso, di “legalizzazione” o “proibizione”, su ogni aspetto della vita.

Lo sfruttamento animale è ridurre ogni essere vivente a “merce” utile al mercato. Il riferimento è agli animali da macello costretti, da un lato, a una vita completamente assoggettata alle esigenze umane (cioè del mercato) e dall’altra ipocritamente “protette” da canoni di “rispetto” quali la grandezza delle gabbie, la pulizia delle stalle o lo stordimento anticipato nelle macellazioni.

Ipocrisia su ipocrisia, visto che le categorie destra/sinistra sono state amalgamate nel calderone del “governissimo”, in una totale omologazione politica e sociale, per cui opzioni paritetiche sono sostenute dalle opposte fazioni in concomitanza. Lotta per regolamentare la prostituzione? Portata avanti dalle destre più  retrive come la Lega. E la battaglia  finta libertaria della proposta Zan sulla promozione transex? O la “legalizzazione” della canapa, vessillo di “avanguardia libertaria” di radicali e del movimento post democratico delle Sardine.

L’ultima azione sardinesca propone un Cannabis Tour: “3 piazze, 6000 piantine di cannabis, 20 euro di donazione”, una campagna di autofinanziamento e per, poi, aumentare le entrate del governissimo. Proprio come cercano di fare i presunti antagonisti con le “battone” nei lupanari protetti dello Stato. E  come fecero i predecessori “DiCcì”, ora incistati nel centro democratico, con il bollo sui veleni “tabacco” e “liquori”. 

C’è somiglianza con la campagna di protezione della salute pubblica portata avanti dal “governissimo” che  tutti accomuna? Vaccinazione forzata a tutto vantaggio della industria farmaceutica. Perché… infine anche l’omicidio può diventare “legale”. All’occorrenza!

Paolo D’Arpini

16 luglio 2021

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