Un lettore, a fronte di informazioni lacunose, si pone cinque domande sul vaccino

Ci sembra che il vaccino, una volta venuti a conoscenza della malattia, dovrebbe essere creato e, di conseguenza, essere iniettato per prevenire l’insorgenza della stessa. Fin qui tutti d’accordo e tutto chiaro. Ora ci sorge una serie di domande:

1 – Come mai siamo arrivati al punto di doverci vaccinare dopo che la malattia è esplosa in modo così pandemico a livello planetario?

2 – Come mai a distanza di quasi venti anni da quando il compianto Carlo Urbani scopri il virus Sars 1 non si è provveduto a tenerlo sotto controllo?  Insomma a monitorare la situazione per evitare il ritorno questo virus come è puntualmente accaduto?

3 – Come mai in venti anni non si è creato un vaccino per prevenire quanto sta accadendo?

4 – Si dirà che il virus è mutevole. Ma… se cambia in continuo a cosa serve produrre un vaccino oggi se tra qualche mese il virus si trasformerà in una ulteriore variante?

5 –  Siamo certi che il vaccino iniettato oggi sarà protettivo anche per una successiva variante?

Ci auguriamo che sia così. Allora ritorniamo alla domanda iniziale: perché avendo due decenni a disposizione non si è provveduto a prepararlo? Ecco, da persone normali (non da esperti del settore) crediamo sia giusto porre queste domande, anche perché le risposte finora avute ci sembrano a dir poco lacunose.

Giorgio Ranieri

5 giugno 2021

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