La collocazione precisa dello scomparso castello di Montolmo non è mai stata oggetto di alcuna ricerca storica, forse perché non ritenuta interessante o perché si era sempre pensato che fosse nella zona detta appunto “Castellu”, sita a fianco di piazza Corridoni: una porzione delimitata approssimativamente da vicolo San Francesco, un tratto di via Garibaldi, l’inizio di via Lanzi e la parte posteriore del Municipio (via Martini). Oltretutto all’interno di questa area vi è anche un piccolo vicolo cieco detto “Castello”. Forse, è bene precisarlo, questo è quello che ricordiamo oggi, quando ormai solo poche persone sono a conoscenza di dove sia “Castellu”: con il passare dei secoli la collocazione dei luoghi si perde e può cambiare.
La mappa e il quadro – Le uniche fonti che ci possono far rintracciare la vecchia fortezza sono solo due: la mappa catastale gregoriana, voluta come dice il nome da Gregorio XVI nel 1835, e il famoso quadro attribuito a Durante Nobili da Caldarola della prima metà del XVI secolo (Pinacoteca Civica Corridonia). Riguardo alla mappa è la più antica che si conosca di Montolmo, come il quadro che se pur approssimativo, considerando però che il pittore è vissuto ed è morto nel comune, può darci un’idea sufficiente di come fosse l’abitato.
Lo sbancamento degli anni ’30 – Purtroppo negli anni ‘30 del secolo scorso, al momento dello sbancamento della vecchia piazza non fu fatta alcuna mappatura, non tanto degli edifici abbattuti, ma delle eventuali fondamenta di edifici più vecchi non più esistenti: del resto, se questo non fu fatto a Roma per i Fori Imperiali e per il rione Borgo, non stupiamoci di Corridonia.
La mappa del Catasto Gregoriano – Riguardo al Catasto Gregoriano, consiglio la visione del sito “Imago, Catasto Gregoriano” Archivio di Stato di Roma (www.cflr.beniculturali.it). All’inizio della ricerca ero concentrato esclusivamente sulla zona “Castellu” ma non riuscivo a collocare la fortezza, finché sfiduciato stavo per desistere, quando spostandomi di poche decine di metri, mi salta agli occhi una zona dalle caratteriste praticamente identiche alla pianta che avrebbe dovuto avere il castello del dipinto (figura 1).
La scoperta – Nel dettaglio della pianta (figura 2) si vedono perfettamente quattro precisi corpi di fabbrica (A, B, C, D) e una zona (E) riferita a un terreno, ben delimitata e addossata ai precedenti edifici. Il fatto che la zona E fosse delimitata (n° catastale 680), potrebbe indicare la presenza di un muro (anche se di piccole dimensioni o in rovina) residuo della vecchia cinta del castello e forse che la zona risultasse ancora sopraelevata.
L’analisi dettagliata – Analizzando in dettaglio la fortezza del quadro (figura 3), risultano perfettamente quattro corpi di fabbrica e un terreno delimitato da muri fatiscenti, perfettamente sovrapponibili alla mappa gregoriana. A ulteriore prova dell’esattezza della mia affermazione è il corpo di fabbrica C, la torre che si vede nel quadro, che nella pianta della figura 2 risulta bene individuabile. La zona E, come detto, è il muro perimetrale esterno del castello, composto, prima che andasse in rovina, da una porta e da una rampa in salita a “esse” capovolta che faceva accedere a una piazza d’armi posta davanti ai vari corpi di fabbrica A e B: la massiccia torre in rovina che si vede nel quadro, nella mappa gregoriana non è più distinguibile inglobata in altri edifici (vedi per il castello di Montolmo, La rucola n. 248-gennaio 2019). Non si capisce neanche se la torre fosse contigua all’edificio B o avesse una cortina di raccordo con esso.
Le dimensioni – Gli edifici del castello presentavano un fronte di circa 60 m e una profondità di 33 nella parte più lunga (26 m nel lato più corto): la torre quadrata aveva 8 m di lato. Il cortile esterno di accesso presentava forma trapezoidale con i lati obliqui di 38 m, base maggiore 15 e la minore 20. Molto interessante il fatto dei diversi corpi di fabbrica che dimostra come nel tempo la fortificazione sia aumentata di volume: in fondo una fortezza non molto grande, specialmente all’inizio, ma sita in cima a una irta collina e dotata di un accesso tramite un cortile esterno in salita era ancor più difficile da espugnare. Probabile la presenza anche di un fossato e di gallerie (di cui si ha documentazione storica) per entrate e uscite furtive.
Il borgo e l’olmo – Ritornando alla zona “Castellu”, il fatto che la fortificazione fosse leggermente fuori da dove oggi la collochiamo, potrebbe indicare semplicemente che il toponimo indicasse il borgo nato intorno al Castello e non precisamente esso. Infine è da notare il bell’olmo disegnato nella mappa gregoriana che da più di dieci secoli svettava in cima al colle.
Modestino Cacciurri
27 maggio 2021