Alessandro Curzi, noto a Macerata per avervi svolto per oltre 40 anni la professione di Medico di Medicina Generale, già autore nel 2009 di un romanzo che definì egli stesso “sui generis” (Culo di vetro) ambientato in un ospedale psichiatrico (dove egli aveva svolto la sua prima esperienza professionale) raggiunto il pensionamento e dunque riappropriatosi di molto suo tempo, si reimmerge di nuovo nella scrittura creativa, questa volta affrontando un’analisi complessiva tra elementi potenzialmente concorrenti e antitetici: la storia e la politica.
Impegno ragguardevole che l’Autore affronta con l’originalità che ne distingue oramai lo stile, attraverso il metodo comparativo, usando lo strumento del confronto e dello sdoppiamento analitico nell’abbinamento che dà il titolo al libro: “Storia e Politica dalla Rivoluzione Francese alla caduta del Muro di Berlino”. Un campo di osservazione vasto, che comprende quasi due secoli e mezzo di avvenimenti e situazioni di cui vengono analizzati con appropriata lucidità i pro e i contro, più i contro che i pro, con l’evidenziazione di incongruenze ideologiche, a volte rivelatesi ciniche e criminali.
Uno sforzo letterario, questo di Curzi, che ha trovato accoglienza e apprezzamento presso un Editore marchigiano di sicuro prestigio, tradizionalmente impegnato, qual è “Il Lavoro Editoriale”. Nel primo capitolo del libro, che funge da premessa, l’Autore delinea già la originalità del suo metodo. Una visione laica e liberale della storia con giudizi a volte sommari su un passato che ne ha date le origini (come il Medio Evo, considerato epoca soltanto buia, temporalmente vicina ma alquanto distante da quell’Umanesimo che invece ha espresso la sua maggiore virtù nel mediare tra sentimento e ragione). Ma l’analisi dell’autore è ben più estesa rispetto a questi minimi accenni; essa spazia entro una quantità di altre problematiche che l’esteso periodo storico analizzato offre con particolare dovizia.
Procedendo nella lettura, che si sviluppa in circa centotrenta pagine, si capisce bene come l’intero lavoro sia conseguenza di una curiosità creativa e inquieta che trova soddisfazione, nello studio appassionato e nella riflessione, con frequenti approfondimenti di natura filosofica. Il tutto analizzato, come già detto, con un metodo che l’Autore da uomo di scienza non può non apprezzare, quello appunto del “contrasto”. Il libro se ne giova entrando in problematiche storico-politiche inerenti alla Grande Guerra, alla nascita del fascismo e del nazismo, sino alla Seconda Guerra Mondiale con le fasi conclusive drammatiche riguardanti l’Olocausto e, a seguire, analizzando il Secondo Dopoguerra negli anni della cosiddetta Guerra Fredda sino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica con la Caduta del Muro di Berlino.
A conclusione l’Autore avverte che, lungi dal voler essere un dettagliato trattato di storia, il libro si pone come “piccolo” contributo personale alla comprensione del periodo storico analizzato. E chiarisce: “Abbiamo voluto vedere nel dualismo tra Storia e Politica un contrasto alle volte stridente, alle volte soltanto apparente e alle volte – per dirla con un ossimoro – quasi coincidente”. Dunque un intenso e vivace esercizio di memoria e ragionamento che tuttavia non si sottrae esso stesso al confronto, avendolo già scelto aprioristicamente quale criterio fondativo di tutta la complessa analisi. Certamente questa accurata impostazione dialettica è uno dei pregi del libro.
Lucio Del Gobbo
21 maggio 2021