Da questo numero inizia una piacevole e interessante collaborazione con il Generale Gianni Carnevale che ha preso parte attiva al progetto Overland e ci racconterà di questa incredibile avventura che, anno dopo anno, ha calamitato l’attenzione del mondo.
Il progetto – OVERLAND nasce nel 1995 per il felice incontro di due volontà. L’IVECO che nel 1995 compie 20 anni e vuole celebrare l’evento con una impresa automobilistica eccezionale, mai effettuata prima; poi Beppe Tenti, organizzatore di viaggi, il quale, dopo aver ripetuto nel 1989 con l’Itala, quella originale di Borghese e Barzini, il percorso del raid Pechino-Parigi del 1907 e partecipato al lancio della Panda 4×4 con il raid Venezia-Pechino, sogna di visitare e documentare tutti i paesi del mondo, realizzando un ritratto del nostro pianeta fin negli angoli più remoti. La visione di Tenti del giro del mondo inizia così per merito di IVECO con il primo viaggio di Overland “Roma-New York” in pieno inverno, nel pieno del terribile inverno russo.
La sfida tecnologica – Per il viaggio IVECO utilizza 4 camion 330.30 ANW 6×6 Russia versione artico. Questo modello veniva prodotto nello Stabilimento di Bolzano in due versioni per impieghi estremi: “tropico” e “artico”. Su questi telai vengono montate delle cellule abitative (box) in grado di ospitare gli uomini della spedizione e di farli vivere al loro interno nelle più proibitive condizioni ambientali esterne, realizzando un piccolo mondo autosufficiente con cucina, cuccette, toelette e doccia, officina, cisterna, ricambi, connessione telefonica satellitare e GPS, consentendo all’equipaggio di viaggiare e di operare nei posti più isolati e inospitali. I dati di progetto prevedono che i veicoli debbano muoversi e che si possa vivere all’interno con temperature esterne di 50° C. sotto zero. Una sfida tecnologica affrontata e vinta.
Visitati 122 Paesi – Perché d’inverno? La scelta è obbligata. D’estate il Nord Est siberiano è un enorme pantano privo di strade; le città minerarie, vere e proprie oasi, sono raggiunte solo con navi lungo i fiumi o con aerei, e d’inverno il ghiaccio dello stretto di Bering unisce la Siberia all’Alaska e consente il passaggio dall’Asia all’America come hanno fatto per secoli gli Eschimesi. In quest’anno però una temperatura assai mite non gela lo stretto di Bering e l’equipaggio deve affrontare un duro lavoro di 2 settimane a 30° C sotto zero per smontare e rimontare i camion per permettere il passaggio in aereo. Al primo viaggio ne seguono, fino al 2002, altri 5, che permettono così a Overland di entrare in contatto con popoli, culture e ambienti diversi, realizzando una completa immagine del mondo alla fine del ventesimo secolo del secondo millennio. Sommando i vari periodi, Overland ha viaggiato per quasi sette anni, visitando 122 paesi a volte su itinerari mai prima percorsi e documentati.
In viaggio verso il futuro – Dal 2002 in poi Overland continua a viaggiare sia con i quattro 330-30 ANW che con altri mezzi. Si unisce l’Italia alla Cina con la Como-Pechino in bici, poi di nuovo l’Itala nel 2007, nel centenario del celebre viaggio del 1907, ritorna a Pechino ripetendo lo stesso storico viaggio, con le identiche tappe ma in senso inverso. Oggi l’Itala gode di un meritato riposo al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Infine nel 2010 due avventure eccezionali, il periplo dell’Africa con la discesa lungo la sponda atlantica e la risalita nel centro del continente, nel cuore dell’Africa più autentica solo in parte toccata dalla modernità. Un itinerario su piste al limite del percorribile che pone questo viaggio tra i più difficili in assoluto. Una sfida alla natura più aspra. Poi il futuro dell’auto, da Milano a Shanghai con 4 Piaggio Porter elettrici a guida automatica allestiti dai ricercatori della Facoltà d’ Ingegneria dell’Università di Parma. Sono 15mila km senza autisti a guidare i veicoli: solo telecamere, laser, computer e servomeccanismi. Siamo nel futuro. Il test di quanto oggi è applicato, seppure in parte, su alcune vetture di oggi.
I camion di Overland – I veicoli utilizzati per i viaggi di Overland sono gli Iveco 330-30 AN-ANW 6×6 Russia prodotti dallo stabilimento Iveco di Bolzano nell’aprile-maggio 1995. Si tratta di veicoli della gamma “Cava cantiere” per impieghi gravosi e prodotti in due versioni, la versione ”artico” e la versione “tropico” in funzione dei diversi mercati. Quelli di Overland sono della versione “artico” proprio perché il primo viaggio era previsto nelle zone più fredde del pianeta, la Siberia e l’Alaska. I quattro veicoli hanno identico il telaio, si differenziano per la cellula abitativa (box) diversa in funzione del diverso impiego, impiego dal quale deriva il nome al veicolo, Officina, Mensa, Dormitorio, Cisterna. Mentre il telaio, come detto, è stato costruito dallo stabilimento Iveco di Bolzano, le cellule abitative sono state realizzate dalle officine Pastore di Borgomanero per la scocca; Mussa e Graziano di Torino per l’allestimento interno; Craem di Lombardore per gli impianti elettrici. In Iveco la realizzazione è stata seguita dall’Ing. Pierluigi Chierici, responsabile del settore Customer Support.
Officina – L’Officina, attrezzata per gli interventi di riparazione durante i viaggi, ha un generatore di corrente, un compressore d’aria, banco da lavoro, un paranco, serie completa di attrezzi e per il personale quattro cuccette e un vano toelette.
Mensa – La Mensa, dispone quattro cuccette e un vano toelette ha un lavello, un piano cottura, un piccolo frigo e un tavolo. Anche questa ha un generatore di corrente.
Dormitorio – Il Dormitorio, così chiamato per il maggior numero di cuccette, sei oltre al vano toelette e al generatore, era a disposizione degli operatori e del fotografo che documentavano il viaggio e del medico.
Cisterna – La Cisterna, unico non abitabile, ha una botte da 4.000 litri per il gasolio di scorta con pompe per il travaso e scaffali per i ricambi. È il magazzino e la stazione di servizio di Overland.
Oggi dove sono? – I camion di Overland hanno ora venticinque anni di vita, ben portati grazie alle continue cure sia durante i viaggi, grazie alla capillare rete assistenziale Iveco, sia dopo i rientri a casa, ma naturalmente denunciano evidenti le fatiche di percorsi spesso al limite dell’impossibile e in ogni condizione climatica. Oggi dopo l’ultimo viaggio del 2010, il periplo dell’Africa, il Dormitorio è esposto nel museo dei veicoli storici Iveco nella sede di Torino, la Mensa è presso la sede Iveco di Piacenza mentre l’Officina e la Cisterna sono utilizzati ed esposti in occasione di fiere, mostre, saloni e manifestazioni varie, e ancora oggi suscitano molto interesse nel pubblico.
L’aneddoto
La giustizia in Serbia: in Italia è un’altra cosa… Attraversiamo la Macedonia per entrare in Serbia passando per il Kosovo, all’epoca occupata dalle forze Nato ma formalmente territorio serbo. Pensiamo di prendere il visto per la Serbia alla frontiera tra Kosovo e Serbia. Appena messo piede in Serbia veniamo arrestati. L’accusa, giusta formalmente, è: “Avete attraversato il territorio serbo (Kosovo) senza visto”. Veniamo condotti al posto di polizia. È pomeriggio. Alle dieci di sera arriva un giudice, donna, è inizia subito il processo che si conclude alle due di notte. la multa è di 75 dollari ciascuno, da pagare immediatamente nelle mani del cancelliere che è con il giudice. Viene rilasciata regolare ricevuta e ci vengono date 24 ore di tempo per lasciare il paese. Se sorpresi ancora in Serbia trascorse le 24 ore, per noi alcuni anni di reclusione già sanzionati. Tutto vero, ho il verbale del processo. Pago da bere a chi mi documenta un processo in Italia svoltosi e conclusosi dalle dieci di sera alle due di notte!
Gianni Carnevale
20 maggio 2021