L’altare, questo sconosciuto… eppure è al centro di antichi e interessanti cerimoniali

Troppa gente va a messa nell’ignoranza e nella distrazione. Probabilmente quasi nessuno da valore a quell’altare su cui si celebra la messa: eppure è importantissimo e al centro di cerimoniali antichi e interessanti.

La tovaglia – Partiamo dalla tovaglia. Tutti la vediamo ma nessuno ne conosce i riti e i significati. Sull’altare per antichissima tradizione ci devono essere 3 tovaglie, che esprimono il concetto Trinitario. Due piccoline stanno sotto e la terza, detta “tovaglione”, sta sopra, sporge ai lati ed è molto più elaborata e preziosa. Anticamente veniva donata da un fedele in occasione del un funerale di un congiunto. La tovaglia è a servizio e ornamento dell’altare.

La Pietra Sacra – Nel Concilio Vaticano II è stato ribadito che l’altare deve essere in marmo o in materiale nobile. Anticamente vigeva questa regola, ma dopo il rinascimento, in epoca barocca, si potevano fare gli altari anche in legno. Nella parte più importante, però, doveva esserci la così detta Pietra Sacra. Realizzata in marmo o altra pietra nobile. Questa pietra non si può intaccare e se un profanatore con uno scalpello la deturpa o la asporta, c’è la scomunica. In caso di necessità, per lavorare sull’altare, o togliere questa pietra, ci deve essere presente almeno un sacerdote ma, di norma, dovrebbe essere addirittura un incaricato del Vescovo. La Pietra Sacra è al centro dell’altare e in essa è ricavato un piccolo pozzetto che contiene le reliquie di un Santo e la pergamena della consacrazione dell’altare.

La consacrazione – Secondo i dettami del Concilio Vaticano II gli altari dovrebbero essere “monolitici” quindi ricavati da un unico pezzo di marmo o materiale nobile non friabile. Durante la guerra ci sono stati anche molti altarini mobili, chiamati altari da campo. Negli altari di recente realizzazione, sui quattro lati ci sono incise delle croci e su di esse, nel giorno della consacrazione, vengono accese delle fiammelle e, attraverso 4 gancetti, si fa bruciare l’incenso. L’incenso deve bruciare anche al centro, sopra la Pietra Santa. Nel rito di consacrazione la pietra viene unta dal Vescovo con olio: il Sacro Crisma. L’olio dopo il rito viene asciugato con dei panni che, in seguito, verranno bruciati. La preghiera di consacrazione ricorda quella usata nel tempio di Salomone. Ecco cari amici, ora, a messa, potete rendervi meglio conto di quanto e cosa il rituale fa per dare solennità alla Mensa del Sacrificio, dove il pane diviene Corpo del Signore.

Alberto Maria Marziali

16 maggio 2021

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