Ricordo tantissimi anni fa (a metà degli anni ’70), quando abitavo ancora a Calcata ed ero un giovane attore di belle speranze, una delle prime commedie recitate in piazza dal sapore premonitore. Il titolo l’ho dimenticato ma il tema era quello della burocrazia e delle tasse che strozzano ogni iniziativa e sottopongono l’uomo ad elemosinare il suo pane.
La storia… anticipatoria – La storia raccontava di un villico che voleva farsi un pollaio per sé e la famiglia, in un ipotetico medioevo (futuribile), così egli si recava dal ciambellano esattore per la necessaria autorizzazione ma la domanda veniva respinta per mancanza dei bolli. E il villico: “Ma no, ma no i polli ci sono e anche le galline…”. Al che visto che il pollaio era già stato posto in atto il buon ciambellano comminava l’inevitabile multa “per non aver ottemperato alle norme tassatorie del reame”.
La caduta del comunismo – Quelli erano anni in cui il comunismo ancora resisteva in Russia e in tutti i paesi dell’est Europa ma la propaganda democristiana spiegava al volgo che “che i comunisti non sono democratici, fanno votare solo per liste prescritte, e inoltre non consentono la proprietà privata, un povero cristo non può possedere nemmeno la casa in cui abita…”. Per non parlare poi delle storie trucide di bambini cucinati a fuoco lento… Poi il comunismo cadde. Finalmente tutti liberi e padroni della propria esistenza? Macché. Dopo qualche anno di sesso droga e rock and roll ecco che la democrazia occidentale mostra la sua vera faccia.
Democrazia? – Le tassazioni aumentano, la burocrazia strozza ogni attività, le elezioni libere con le preferenze sono abolite, si vota solo per i partiti con liste bloccate (anzi non si vota più manco alle province) e diminuisce il numero dei parlamentari… un manipolo di nominati agli ordini dei caporioni. Mentre già da tre o quattro legislature è stato eliminato il proporzionale, con la scusa della “governabilità” e si concede il premio di maggioranza consentendo a una minoranza, anch’essa prestabilita, di governare senza opposizione alcuna. Per non parlare poi della proprietà. Questa parola resta solo nel vocabolario ma di fatto è abolita (almeno per i singoli, continua a esistere solo per le banche e le multinazionali). I risparmi custoditi in banca possono essere sequestrati in qualsiasi momento senza avviso alcuno, tutti i servizi sono a pagamento, le pensioni per i lavoratori scompaiono o si affievoliscono, il lavoro è “liberalizzato” (ovvero reso precario e sottopagato), se hai casa, auto e persino una motoretta devi pagare una imposta ad hoc, per non parlare delle tasse mortuarie e cimiteriali… ecc.
Il Governissimo – E qui siamo giunti al 2021, siamo arrivati alle vera svolta, con la scusa di pandemia e perdurante “crisi economica” il “Governissimo” del tutti dentro, per assicurare le esigenze di controllo di una popolazione ormai spompata ha bisogno di una ulteriore e definitiva torchiatura, necessaria a soddisfare gli interessi alieni di cui è mallevadore, a esempio per comprare nuove armi inutili e costose, per le tangenti a favore della NATO, per pagare i debiti contratti con la BCE e, non ultimo, per attribuire agli scherani prebende e vitalizi da favola.
Ecco la tassa sull’aria – Da qui l’idea di aprire le porte a una nuova categoria di burocrati: gli inventori/estensori di nuove tasse. E i risultati già si vedono. È stato scoperto un nuovo filone lasciato sinora vuoto. Considerando che tutti i beni tassabili: acqua, cibo, carburanti, etc. sono già abbondantemente gravati da imposte dirette e indirette, l’unico bene tassabile “libero” restava l’aria. Da qui i provvedimenti definitivi per ottemperare a questa carenza strutturale. Intanto hanno già trovato un escamotage: l’obbligo di mascherina…
“Ultimo Respiro” – Ma non è tutto, allo studio dei tecnici del Governissimo un “ariometro” per calcolare il costo di ogni respiro da imporre ai cittadini italiani. Ovviamente sono già pronte misure coercitive di pagamento e per i morosi è prevista l’ammenda finale eufemisticamente chiamata “Ultimo Respiro”. Gli evasori sono avvisati!
Paolo D’Arpini
6 maggio 2021