Di questo argomento si è già parlato, sì, ma forse non abbastanza. In tutti i paesi civili del mondo se un onorevole, che è stato eletto in un partito, non è più d’accordo con i suoi esce e va a casa e ciò è logico e legale. In Italia no.
Un onorevole, o senatore, eletto in un partito da gente che lo ha votato per essere rappresentata da lui, o lei, se dissente dai suoi confluisce nel “gruppo misto” della Camera o del Senato. Però… se lui esce dal partito nel quale è stato eletto non rappresenta più l’idea politica di chi lo ha votato. Per cui non ha più alcun mandato. Allora resta “in sede” (da intendersi in poltrona ) solo ed esclusivamente per prendere lo stipendio e in attesa di maturare la pensione. Nel gergo giornalistico questi signori sono definiti “Voltagabbana”.
Ora il mio primo diploma è quello di perito agrario e so, per i miei studi, che ci sono piante che non mettono le radici nel terreno ma succhiano la linfa vitale di altre piante innestandosi su queste e sono definite “parassiti”. Allora questi signori, che non rappresentano più i loro elettori, seguitano a succhiare lo stipendio prelevandolo delle tasse che noi paghiamo.
Mi chiedo: “Non sarebbe più giusto chiamarli ‘parassiti’ anziché ‘voltagabbana’?” Sempre per gli studi fatti mi è stato anche insegnato che quando si potano le piante i primi a essere tagliati debbono essere i rami secchi in quanto assolutamente inutili. Mi auguro che quando si farà lo sfoltimento degli onorevoli della Camera e di quelli del Senato, grazie alla legge votata dagli italiani, i primi a essere “potati” saranno proprio loro, quelli del “gruppo misto” che sono i veri rami secchi della nostra politica.
Cesare Angeletti (Cisirino)
24 aprile 2021