I nostri contadini tenevano molto alla compattezza del nucleo familiare perché, abitudini ataviche a parte, essa dava viva testimonianza del buon accordo esistente tra tutti i suoi membri e, nel contempo, dato l’elevato numero di braccia, consentiva la conduzione di terreni più vasti e quindi assicurava una migliore vita a tutti.
Nondimeno, quando per la crescita demografica il terreno non poteva più assicurare il sostentamento a tutti, si verificavano le separazioni, alcune braccia in esubero partivano per andare a mezzadria presso altre colonìe (ndr: l’antico ver sacrum dei Piceni).
Tali separazioni erano sempre molto sofferte, sia sul piano sentimentale che su quello economico, tanto che si usava dire: “Spartìsse da li mórti è ‘na péna gròssa; ma spartìsse da li vìi adè ‘na péna tando più gròssa”. Separarsi dai morti è una gran pena; ma separarsi dai vivi è una pena molto più grande.
Questa massima si udiva specialmente allorché quelli che i staccano emigravano lontano dalle Marche, se ne andavano magari verso l’America. In questo caso la separazione era davvero straziante, in pratica equivalente a una morte, perché nella maggior parte dei casi non si sarebbero mai più rivisti fra loro.
Claudio Principi
29 marzo 2021