Michele Antonelli è argento ma la programmazione della gara lascia a desiderare

È la prima volta che non riesco a gioire per un secondo posto ai Campionati Italiani Assoluti di 50 km di marcia. Mille sensazioni si intrecciano e, rivedendo il film della gara, è difficile non far prevalere quel fondo di amaro nonostante i molti momenti di gioia che si sono susseguiti nelle interminabili quattro ore della prova.

Certamente il 23 gennaio 2021 resterà nei ricordi non solo miei, ma di tutti coloro che amano e frequentano il mondo della marcia, ma il 2020 rimarrà una pietra miliare nelle vite di atleti, tecnici e tifosi. Le cicatrici non saranno solo quelle lasciate dalla pandemia ma anche dalle modalità con cui è stata gestita l’attività dei cinquantisti italiani.

Saltata giustamente la prova del 4 marzo in quel di Bergamo, in piena burrasca pandemica, la gara successiva veniva fissata ad un po’ troppo lontano 6 dicembre, ma a questo punto c’è stata una ulteriore beffa perché, a sole 3 settimane dalla prova, inspiegabilmente, è intervenuto un ulteriore slittamento al 23 gennaio, quando il 13 dicembre in quel di Reggio nell’Emilia si disputava il Campionato Italiano di Maratona! Inutile fare discorsi sulla programmazione, se non fosse che in questa gara si andava alla ricerca del minimo olimpico fissato in 3h50’!

A ciò bisognava aggiungere le preoccupazioni per la scelta della sede ad Ostia, una località di mare in cui spesso è il vento a farla da padrone! Purtroppo la Sibilla aveva visto giusto e così il litorale laziale si è presentato con un vento da 70 km orari ed anche una fastidiosa pioggia! A quel punto il buonsenso e la logica avrebbero voluto che gli atleti non fossero mandati al macello, era impossibile su un percorso di andata e ritorno di 2 chilometri, con un rettilineo di circa 1 km con vento contrario fisso e costante, raggiungere lo scopo per cui si erano tanto preparati: fare il tempo per le Olimpiadi!

 Mi è sembrato di rivivere, con le debite proporzioni, i racconti dei nostri nonni mandati al massacro nella Grande Guerra!! Già perché Teodorico, Michele, Matteo, Andrea, Marco, Leonardo, Stefano si sono trasformati in quei fanti mandati a morire nelle trincee, perché tanto qui la natura li avrebbe sopraffatti e spolpati di tutte le loro energie senza alcuna possibilità di raggiungere quel crono!

Ognuno ha la sua storia, ma in comune hanno migliaia di chilometri macinati per un sogno chiamato Olimpiade; tempo, sudore, fatica spesi sulle strade di un Paese che non solo non li conosce, ma spesso li osteggia nella loro fatica quotidiana. Non hanno sponsor e Tv che li inseguono e solo i più fortunati hanno un manipolo di fedeli fans ed amici che li accompagnano. Basterebbe questo per avere più tutela e rispetto da parte di chi ….dovrebbe istituzionalmente farlo! L’unica concessione che hanno avuto è stata un ritardo sulla partenza, giusto per evitare, almeno, la pioggia!

La prova è stata affrontata con un agonismo veramente encomiabile, ma la sfida contro la forza della natura ha sempre e solo uno sconfitto: l’Uomo! Qualcuno paragona la gara a quella di Doha, quando agli ultimi mondiali i ragazzi cadevano come mosche, anche qui mandati allo sbaraglio senza nessun rispetto per la loro immane fatica! Sarà perché Michele ha vissuto quell’esperienza, è l’unico ad averla portata a termine con un prestigioso 16° posto, che si è defilato nel terzo gruppo con un’andatura buona ma non molto dispendiosa.

Davanti ci sono due coppie: Agrusti-Giupponi, subito sintonizzati sul crono “Tokyo” e Caporaso-De Luca poco indietro, mentre Michele è con Chiesa e Dei Tos. Il primo a cedere il campo è Stefano Chiesa, chiamato fuori dalla squalifica poi si è staccato Leonardo Dei Tos. Al 30° è Marco De Luca a mollare e poco dopo è la volta di  Andrea Agrusti alzare bandiera bianca. Al 35° invece Teodorico Caporaso è chiamato al pit-stop di 5’ per aver raggiunto le 3 ammonizioni. In una gara “normale” la zavorra di 300” di questa nuova regola, sarebbe molto limitante, invece qui si rivela vincente e dovrebbe far riflettere chi l’ha voluta!

Teo si rifocilla, recupera e per chi è abituato a chilometri di fatica la pausa è un vero e proprio toccasana. Michele è ora secondo alle spalle di Matteo Giupponi che può vantare oltre 8’ di vantaggio! Passano altri 10 km, siamo giunti al 45° e Teo è addirittura al comando, mentre Michele, terzo, ora è a 5’ dalla piazza d’onore. Inizia l’ultimo giro e le posizioni sembrano cristallizzate, ma la fatica si fa sentire e così, mentre la vittoria è definitivamente ipotecata, inizia una vera e propria caccia all’argento per Michele. Un minuto e 40” a un chilometro e mezzo dalla fine, 23” ai 600 metri e quando il traguardo è lì a 150 metri avviene il sorpasso, l’arrivo è sempre dopo 50 km ed 1 metro! La piazza d’onore è sua, mentre Matteo, con le energie esaurite, si mette al collo il bronzo!

Dopo questa inutile carneficina l’adrenalina dello splendido finale compensa tutte le fatiche di questi mesi, ma la soddisfazione più grande, per chi di marcia ne mastica, sono i complimenti del Giudice Arbitro a Michele per l’ottima marcia esibita. Lui che viveva sempre con la spada di Damocle di un eventuale richiamo, ora ha messo nel personale carniere un altro importante tassello della sua vita sportiva agonistica: neanche un richiamo verbale!

Infine per Michele ecco un’altra splendida perla da esibire: avere il gruppo più rumoroso, partecipe, fedele pronto a sostenerlo in ogni luogo. Oltre all’allenatore Alessandro Garozzo, alla fidanzata Lara, all’osteopata Luca Carestia e alle documentariste Lucrezia e Natalia Giorgi, ecco i soliti: Vitangelo, Serenella, Flavio e Fabrizio! Certo una volta ci volevano le transenne a trattenere i tifosi di Pamich e Dordoni; ora neanche una piccola notizia sulla Domenica Sportiva per chi ha cullato i suoi sogni per quattro lunghissime ore! Mala tempora currunt…..ops marciano!

Fabrizio Giorgi

29 gennaio 2021

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