Con mani stremate di sollievo, / rinasco in una folgore / di lucciola calda e zigzagante / che canta di questa terra, / che risale i campi, le sterpaglie, / una spanna di cielo appena, / le ore di sonno ancora / da raccattare. Piove in me / fuoco silenzioso, fra gli ulivi, / uno sfondo di ciliege rosse, / fra le ombre ed il suo grembo / senza peso. Passi indolenti / fra sassi ed erba alta, gesti / lucenti nell’odore della sera, / di riva opposta e fragile, tra me / ed il fiume che raccoglie / i miei anni, / perché si somiglino tutti, fra di loro.
Elisa Eötvös
Foto per gentile concessione di Marina Van Den Boorn
18 gennaio 2021