Già apprezzato artista di livello internazionale, Silvio Natali questa volta si cimenta con la letteratura satirica, prendendo di mira quella parte della popolazione italiana fatta di persone che provano a vivere, vivacchiando non prosperando (quelli che imbrogliano le carte a più alto livello si arricchiscono a dismisura restando, sempre e comunque, dei furbi disonesti), attingendo idee dalla loro infinita fantasia, limitata e resa quindi inutile dalla propria ignoranza.
Una storia derivata dalla esperienza medica di Silvio? Già, però portata a un eccesso fantozziano che, se da una parte conduce al sorriso di compatimento sfociante spesso in divertite risate, mette anche in vetrina un vecchio modo di pensare da parte dei meno abbienti (vecchio ma che sempre si rinnova, magari in altre forme più aderenti alla realtà contemporanea) i quali provano a tirare a campare avvinti come l’edera (vecchio testo musicato) alle spalle altrui, nel caso del libro alle spalle dello Stato, quindi della società, quindi… alle spalle altrui per cui la sostanza non cambia.
Un comportamento che deriva sì dalla mancanza di lavoro, dal non sapersi organizzare un livello di vita decente ma anche da una furbizia a basso chilometraggio, quella che ti fa arraffare in modo miope ciò che hai intorno. Un po’ un furto con (poca) destrezza, motivato pure dalla voglia di vivere senza lavorare: motivazione esatta e, forse, comprensibile nel principio ma errata nella conclusione, perché la famiglia protagonista del racconto si sobbarca di tanta fatica (financo dolorosissima per alcuni) per arrivare a un niente di fatto.
Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico… e questi personaggi sono proprio dei diavoletti precipitati da se stessi in un inferno di reiterata confusione. Come se non fosse già bastante la confusione generata da una particolarità tutta nostrana, quella di battezzare una persona con un nome per poi chiamarla nella quotidianità con un nome diverso. Nella famiglia protagonista del libro, ricca di numerosi componenti, badante compresa (in tutt’altre faccende affaccendata, scriveva il Manzoni nei Promessi Sposi per i suoi 25 lettori), provate a immaginare (se ci riuscirete) quanta caciara nasce dall’accozzaglia di nomi ufficiali, nomi reali e soprannomi: un estraneo non saprebbe a chi rivolgersi! O anche, se credente, a quale santo votarsi.
L’arte dell’arrangio, per quanto si voglia organizzarla, codificarla, adattarla via via a una nuova realtà… rimane sempre l’arte delle mancate competenze, del pressapochismo che confida nell’altrui dabbenaggine, della furbizia che nessuno inganna.
Tutto ricade sempre sopra i burattini comprimari nel teatrino della vita che, instancabili, continuano nelle loro fallimentari imprese. Magari sono anche felici. Le pagine di “Operazione accompagnamento” sono come gli specchi presenti nei labirinti dei baracconi: deformanti ma che riflettono, comunque, una realtà.
Il libro di Silvio Natali a Macerata si può acquistare nella “Bottega del Libro” di corso della Repubblica oppure, in alternativa sui siti di Amazon o di Ibs.
Fernando Pallocchini
10 gennaio 2020