Prefazione – Abbiamo avuto modo di parlare di Antonio da Montolmo (Montolmo, odierna Corridonia, 1330 ca. – 1396 ca.) e della sua magia astrologica: personaggio praticamente sconosciuto al grande pubblico riveste una grandissima importanza nell’ambito del pensiero magico-astrologico. Uno studioso vissuto nella seconda metà XIV secolo in un periodo dove scienza, magia, medicina e astrologia si confondevano. Non pensiamo di certo a un mago di oggi: assolutamente! Antonio da Montolmo ha insegnato nelle università di Bologna, Padova e Mantova, era un intellettuale di altissimo livello, riverito e rispettato, che faceva parte dell’intellighenzia del tempo. Come possa invece essere scampato alle ire della Chiesa professando apertamente le sue idee in Università così importanti, è un problema senza risposta che tutti gli studiosi si sono posti: un mistero che rende ancora più nebulosa la sua vita di cui nulla si sa, né nascita, né morte e nemmeno il nome della sua famiglia. Bisogna ricordare che Cecco d’Ascoli nel 1327 finisce al rogo, Pietro d’Abano nel 1316 muore in carcere: non è così da scartare l’ipotesi che la sua scienza sia stata tale che perfino la Chiesa lo temesse a tal punto da rispettarlo e tollerarlo. Antonio da Montolmo giustifica la sua scienza con l’insaziabile sete di conoscenza che lo anima, nell’incipit della sua maggiore opera De occultis et manifestis afferma che in questa vita il Saggio non è altro che un cieco con il bastone che conduce altri ciechi: Unde veniat et quis sit et quo vadat ignorat [l’uomo] non sa da dove viene, chi sia e dove sta andando. Quindi è necessaria la conoscenza delle arti magiche astrologiche per arrivare alla “Verità” e per dominare tutte le forze dell’Universo.
Teologia e cosmogonia – Nel De occultis tratta delle dodici costellazioni nelle quali le Intelligenze, le Altitudini (composte da Angeli e Demoni) e le anime dei defunti, agiscono e dimorano. Le Intelligenze però non sono espressione della Grazia Divina, sono sostanze nobili (entità spirituali) che hanno in sé il potere della conoscenza. Sono state generate da Dio come impulso iniziale ma sembra che poi Egli si sia ritirato, le abbia abbandonate e le Intelligenze pertanto vivano di una vita propria non soggette a Dio. Anzi, si ritiene che esse siano infelici se vengono legate alla Potenza di Dio o ai riti del mago che deve stare molto attento a evocare le più potenti. Antonio distingue le dodici Intelligenze (una per costellazione) in quattro Intelligenze principali, una per ogni punto cardinale e a queste associa i quattro segni astrologici principali: Ariete (Est), Bilancia (Ovest), Cancro (Nord) e Capricorno (Sud). Gli altri otto segni dello zodiaco sono dei “sotto segni” dei primi quattro. È chiaro il riferimento ai Quattro Elementi primordiali: Fuoco, Terra, Aria e Acqua, infatti i segni zodiacali si dividono anche in segni di Fuoco (Ariete), Terra (Capricorno), Bilancia (Aria) e Cancro (Acqua). Le Altitudini sarebbero Ordini di Angeli composte, come detto, da Angeli e Demoni: Antonio non usa mai il termine demoni, anche se pare evidente che quando parla di “Spiriti Impuri” debba trattarsi di essi. Lo fa per salvare le apparenze? Le Altitudini sono dodici, una per ogni segno zodiacale: quelle associate ai segni zodiacali primari sono di potenza maggiore. Le anime dei defunti, ognuna a secondo del proprio segno di nascita terrena, dimora nelle costellazioni e si deduce quindi che la santità o la dannazione siano qualità proprie delle anime che non risiedono in luoghi specifici come Inferno o Paradiso. A ogni segno zodiacale è associata un’Altitudine a cui l’uomo deve riferirsi nelle sue evocazioni o richieste: quando il Sole arriva in un segno e la Luna aumenta, questo assume maggiore potenza ed è il momento di celebrare il rito per ottenere più facilmente ciò che si chiede. Il grande mago domina tutte queste entità spirituali e con la sua conoscenza può utilizzarle per i suoi fini. Sul motivo per cui le Intelligenze siano disposte ad assecondare i voleri dell’uomo, Antonio ritiene che ciò sia dovuto al fatto che esse godano nel sedurre la razza umana e portarla verso la dannazione, poiché sono invidiose del fatto che l’uomo con una vita santa possa, dopo la morte, raggiungere il loro grado di dignità: è scritto infatti non adorerai altro Dio fuori di me. Antonio è pertanto cosciente delle pericolosità di tale evocazioni e del fatto che potrebbero portare alla perdizione sia lui che le persone che ne usufruiscono, tant’è che spesso si inoltra in ragionamenti molto ambigui, come quando nei riti evoca “spiriti impuri” chiedendo contemporaneamente la protezione di Dio, o quando afferma che nelle Altitudini dimorano gli Angeli Custodi cristiani.
Magia, gnosticismo e paganesimo – Può sembrare un concetto molto astruso, entità spirituali che anche se generate o create da Dio vivano di una vita propria e a Egli non rispondano. Nello gnosticismo (movimento religioso, filosofico ed esoterico estremamente complesso che si presenta con innumerevoli sfaccettature), appaiono gli Eoni, citati nei Vangeli Apocrifi del II secolo di Giovanni e Giuda. Gli Eoni (maschi e femmine) sarebbero generati da Dio, non riconducibili pertanto agli Angeli che invece possiamo definire creati, e dovrebbero pertanto assomigliare, per dirla banalmente, a specie di “Dei minori”: l’insieme di Eoni costituisce il Pleroma. L’Eone Sophia genera da sola senza il corrispondente maschile, il Demiurgo, “potenza spirituale” che non sarebbe mai dovuto esistere, e che quindi si configura come “peccato originale”. Il Demiurgo genera gli Arconti che sarebbero i responsabili della creazione del mondo materiale e degli uomini che ad essi sottostanno: materia e uomini sono quindi imperfetti perché creati da entità imperfette. Sulla figura dell’Arconte le opinioni non sono concordi e la sua natura e le sue funzioni variano a secondo delle credenze: alcune li definiscono i demoni, altri come “vampiri energetici” che si attaccano all’uomo e si nutrono dell’energia dei suoi “sentimenti” (amore, odio, paura…) che loro non possiedono. Addirittura c’è chi li considera gli Anunnaki, gli dei alieni (teoria “Antichi Alieni”) delle religioni mesopotamiche. Gli Arconti hanno molte somiglianze con i Jinn islamici e i Voladores delle popolazioni mesoamericane. Sembra pertanto facile capire la lotta dei Padri della Chiesa verso i vangeli gnostici: il Credo di Nicea risalente al Concilio del 325 e finalizzato tra l’altro ad opporsi all’Arianesimo, deriva dal “Credo degli Apostoli”, un’antichissima formula di fede pronunciata durante il battesimo che pone le basi della dottrina cattolica anche contro lo gnosticismo e le altri correnti ritenute eretiche. Basti pensare al Credo Tridentino del 1564 che ancora si recita seppur abbreviato: credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Non è certo un caso: molto spesso non ci rendiamo conto di ciò che è alla base delle preghiere che recitiamo. Diverso invece è l’attacco allo gnosticismo nell’esortazione del 2018 Gaudete et Exultate di Papa Francesco. Questa dottrina era da tempo nelle mire di Bergoglio: non si tratta di un attacco teologico, sorvola volutamente su questo, ma sul fatto che la dottrina alluda a una Salvezza meramente interiore rinchiusa nel soggettivismo: l’uomo non può giungere alla santità da solo attraverso la conoscenza ma solamente attraverso il “fratello” e il mondo. Sul perché lo gnosticismo sia una pratica che subdolamente si sta riaffermando nella Chiesa, non se ne dà precisa spiegazione e non si capisce se il Papa voglia affermare che vi siano correnti nel cattolicesimo che ripropongano questa dottrina o alluda a qualcos’altro. In un certo senso gli Eoni potrebbe assomigliare alle Intelligenze di Antonio, entrambi generati da Dio, poi lasciati a una esistenza a sé stante; gli Arconti si potrebbero identificare con i Demoni. Quando Antonio parla di Quattro Intelligenze superiori in mente viene Dante che nel Purgatorio scrive: quattro stelle [Virtù cardinali] viste solo da Adamo ed Eva”.
Gli antichi dei pagani – Nel quinto capito del De Occultis Antonio specifica che le Intelligenze non sarebbero altro che gli antichi Dei pagani e quindi ritiene validi i libri con invocazione e preghiere e gli antichi rituali di consacrazione e suppliche. Pertanto sembra avallare il fatto che sia ancora possibile pregarli e chiedere loro grazie, ritenendo che essi siano ancora in grado, se invocati, di intervenire nella vita dell’uomo. “Dei minori” che convivono con il Dio cristiano in un mondo spirituale: un universo nascosto a cui accedere solo aprendo una porta. Anche i templi pagani avrebbero la loro funzione di sacralità: in effetti non si può non notare che il primo cristianesimo abbia costruito le chiese spesso sopra i vecchi edifici di culto e questo sia per affermare la superiorità di Dio ma anche forse perché i luoghi erano pregni di una grande spiritualità, di una forza che non poteva sfuggire ai più sensibili. Quindi Antonio avalla il paganesimo ma non lo sviluppa essendo concentrato solo sui rituali magico-astrologici. Come si vede il suo pensiero è molto ambiguo e scivola tra cristianesimo, paganesimo, gnosticismo, senza nessuna paura di essere accusato di stregoneria o eresia. Tutto questo discorso per spiegare che le Intelligenze e le Altitudini di Antonio non sono entità così strane e campate per aria ma traggono origine da dottrine esoteriche molto antiche, da autori come Tolomeo, Salomone, Ermete Trismegisto, Aristotele, Messala, e dallo gnosticismo sia pagano che cristiano. La grande importanza del Da Montolmo sta anche nel fatto che con lui nasce l’autore-mago, mentre in precedenza i testi magici venivano spesso attribuiti a personaggi leggendari come i citati Ermete o Salomone o a figure come Alberto Magno e Arnaldo da Villanova che venivano promossi maghi dopo la morte e che forse in vita non lo erano mai stati. Continua
Modestino Cacciurri
4 gennaio 2021