Se a qualcuno venisse voglia di accedere allo stadio Helvia Recina, il primo consiglio è non farlo seguendo quanto riportato sulla home page del Comune di Macerata. Sono passati “solo” cinque mesi da quando è stata data la possibilità di ricominciare a usufruire dell’impianto sportivo e il responsabile del Settore del nostro Comune non ha provveduto a fare quelle piccole modifiche indispensabili per presentare la domanda di accesso al campo sportivo.
Gestione per via…orale – Una gestione dell’impianto che è avvenuta e avviene tramandando le regole per via… orale! Non sembra vero, ma Macerata è ancorata al tempo del Museo delle Carrozze. Una anomalia che è semplicemente deprecabile. Un pressapochismo che non ha giustificazione alcuna per un servizio che può e deve essere svolto senza distinzione, partendo da norme certe e regole valide per tutti.
Attività agonistica e non – La politica si è assunta la responsabilità di fare la discriminante fra attività agonistica a non agonistica ma deve essere anche di pungolo verso i dirigenti responsabili del settore perché… i politici passano ma gli “impiegati” restano e sono questi a fare la differenza!
Il… protollo! – Invece il cittadino accede alla pagina web del Comune, scarica il modulo, lo invia e… si vede rispondere che c’è un protocollo (anzi no, un… “protollo”, così è scritto sul foglio!) per l’utilizzo dello stadio. La prima semplice domanda è: perché non è inserito nel sito ufficiale? evitando così di fare una richiesta su un modello non più valido. Un’altra domanda che scaturisce dal “protollo” è: come mai non è stata fatta una riunione informale, non sono state date delle regole, non ci si è messi tutti sulla stessa linea… di partenza?
Il protocollo – Logicamente, se da sabato 23 maggio c’è un protocollo (si è poi saputo che era stato inviato alle società presenti addirittura nel pomeriggio dello stesso sabato!) gl’ingressi di lunedì 25 maggio (diversi atleti, anche ammassati all’ingresso, senza misurazione della temperatura – fatta solo una settimana dopo, circa) hanno fatto sì che una volta arrivati al numero previsto da questo protocollo agli altri sono rimasti gli spazi e gli orari più disparati. Che dire poi dell’orario di apertura dello stadio: non si sa se lo stabilisce il Comune o se lo decide chi gestisce l’impianto. Comunque non è “uguale per tutti”! Chissà, ancora, se le squadre di calcio hanno rispettato lo stesso protocollo con la misurazione della temperatura di ogni atleta? Magari sarebbe interessante scoprire come mai per questi c’è la possibilità di accedere allo stadio anche di mattina mentre per gli altri ciò è precluso?
Un iter valido per tutti – Inutile riaffermare un concetto già espresso: l’iter per la presentazione delle domande “deve” essere valido per tutti, messo nero su bianco, consultabile da tutti e senza che favorisca alcuno. La politica “dovrebbe” dare l’indirizzo e lavorare per rendere minimi gli eventuali problemi burocratici sempre in agguato e pronti a strozzare la vita dei cittadini, sempre più schiavi di una sistema che si autoalimenta senza una giustificazione per questo comportamento; a “noi” piacciono la carta e le scartoffie: gratificano le nostre giornate!
La procedura deve essere scritta e consultabile – La Federazione Italiana di Atletica Leggera ha scritto chiaro quali soggetti dovevano avere una precedenza, sarebbe bastato seguire queste indicazioni stabilendo una data entro cui i soggetti interessati avrebbero dovuto presentare la richiesta, abbinando o la richiesta personale o quella della società, allegando la giustificazione della loro qualifica di atleta di interesse nazionale, per poi fissare una data successiva per tutti gli altri atleti agonisti. Comunque, anche non volendo seguire questa linea, almeno la procedura sia messa per iscritto e sia consultabile da chiunque voglia accedere all’Helvia Recina! A meno che non si voglia pensar male… mala tempora currunt… già, currunt soprattutto… allo stadio!
Fabrizio Giorgi
28 dicembre 2020