“La rucola” consiglia a tutte le famiglie terremotate dell’Appennino centrale di adottare un nuovo metodo per favorire la ricostruzione post sisma, un metodo che sta funzionando: appendere fuori dalla casa terremotata il seguente striscione: “Non stiamo a casa dal 24 agosto 2016”.
Perché? Perché ad Arquata ha funzionato! Leggete qui sotto.
Anche Arquata del Tronto, uno dei comuni più colpiti dal sisma del 2016 che ha sconvolto l’Italia centrale, si doterà in tempi brevissimi di un Piano Straordinario per accelerare la ricostruzione. Le basi per l’avvio della procedura sono state poste nel corso di un incontro ad Arquata tra il Commissario Straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, l’assessore alla ricostruzione della Regione Marche, Guido Castelli, e l’amministrazione comunale.
Il Piano Straordinario sarà realizzato in collaborazione con l’Ufficio Speciale della Ricostruzione delle Marche, guidato da Cesare Spuri, presente all’incontro, e dovrebbe essere adottato tra gennaio e febbraio del prossimo anno.
Dopo la riunione nel comune di Arquata il Commissario ha fatto visita a una famiglia, che da tempo lamentava i ritardi della ricostruzione, per consegnare personalmente il decreto di contributo per la ricostruzione della casa, che è stato firmato la scorsa settimana. Insieme al proprietario, Legnini e Castelli hanno poi rimosso lo striscione di protesta appeso sulla facciata dell’abitazione, “Non stiamo a casa dal 24 agosto 2016”, che era diventato in questi anni un simbolo della lentezza della ricostruzione.
6 dicembre 2020