“Un neonato, un albero” Macerata assente: le richieste di Cherubini e Boccia del M5S

Preso atto che le precedenti amministrazioni comunali di Macerata hanno disatteso le leggi del 1992 e del 2013 sulla piantumazione di un albero per ogni neonato sul territorio comunale, i consiglieri Roberto Cherubini e Andrea Boccia del M5S chiedono alla nuova Amministrazione guidata da Sandro Parcaroli di attivarsi  per identificare e mappare le zone dove poter collocare i nuovi alberi e di attivare un meccanismo amministrativo che porti ad avere sul certificato di nascita le caratteristiche dell’albero piantato e la sua geolocalizzazione.

Intanto facciamo una breve cronistoria e le motivazioni che hanno condotto alla formulazione delle leggi in oggetto.

La legge 113 del 1993 – Era il lontano 1992 quando la legge numero 113 introduceva l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato per incentivare gli spazi verdi urbani. In realtà tale norma è stata in larga parte disattesa, salvo rare sperimentazioni.

La legge 10 del 2013 – Nel 2013 sembrava che le cose fossero cambiate con l’introduzione della legge n.10 del 14 gennaio che obbligava i comuni sopra i 15mila abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe o adottato e portava alcune modifiche al precedente impianto normativo, per cercare di garantire il rispetto della Legge. Una riguardava i destinatari della legge: non sono più tutti i comuni, ma solo quelli con una popolazione superiore ai 15mila abitanti; inoltre non sono interessate sole le nascite, ma anche i bambini adottati. Un altro cambiamento riguarda i tempi: la piantumazione dovrà avvenire entro sei mesi, e non più dodici, dalla nascita o dall’adozione.

Contrasto alla perdita di verde urbano – L’auspicio era, con queste Leggi , nonostante il basso tasso di natalità italiano, di contrastare la perdita di zone verdi nelle area urbane, che secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) è di otto metri quadrati al secondo, fattore che incide sulla qualità della vita in città.

Vigilanza – A vigilare sul rispetto della normativa è il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito presso il ministero dell’Ambiente, mentre i comuni dovranno comunicare informazioni sul tipo di albero scelto per ogni bimbo e il luogo in cui è stato piantato, provvedendo anche a un censimento annuale di tutte le piantumazioni. Sempre per tutelare il verde pubblico, la Legge del 2013 introduceva norme a tutela degli alberi monumentali e ridefiniva la Giornata nazionale dell’albero, celebrata il 21 novembre, che punta a “perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto”, e prevede attività formative in tutte le scuole.

Motivazioni – Un albero tutela la biodiversità di un territorio, garantisce la funzionalità degli ecosistemi, contrasta i cambiamenti climatici, migliora la salute e il benessere dei cittadini, ha una funzione di assorbimento e stoccaggio di CO2, migliora la qualità dell’aria, abbassa le temperature urbane e per ultimo, ma non per importanza, rende belle le nostre città. Un albero potrà far sì che gli adulti del futuro frequentino certi luoghi della città perché lì è stato piantato un albero alla loro nascita. Per questi motivi nella Legge Clima è stata prevista una norma sulla forestazione urbana per le città metropolitane.

Il finanziamento – L’8 ottobre scorso la Conferenza unificata delle regioni e comuni ha dato l’ok al decreto attuativo che stanzia 30 milioni per finanziare, per due anni, questi progetti di forestazione urbana che non ci interessano direttamente, non essendo città metropolitana, ma che indicano la via da seguire.

Nelle foto di fine anni ’50 il Direttore de La rucola e i mai dimenticati amici delle elementari piantano alberi a Corridonia.

15 novembre 2020  

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