La gara ciclistica – Se dovessi descrivere sinteticamente, non raccontare, la difficile e lunga maratona di Bruxelles, come se fosse una corsa ciclistica, la immaginerei così: l’Italia, all’interno del gruppone della solidarietà, si è “scontrata” con le squadre degli apparentemente frugali, ma che in effetti pedalavano per i loro interessi contro ogni tipo di solidarietà, capitanati dall’Olanda, fino al ricatto di farsi sostenere da Polacchi e Ungheresi noti sovranisti e contrari ai diritti civili, poi è fuggito il francese Macron seguito a ruota dall’abile mediatrice tedesca Angela Merkel, seguivano indisturbati un gruppo di solidali. Ha vinto Macron appaiato con Merkel, ma la gara è lunga e qualcuno potrebbe inserirsi nel gruppo di testa.
Il nodo MES – Non solo i paesi “frugali” hanno sfiducia nell’Italia anche per promesse non mantenute e ricerca di doni per risolvere, senza controlli, i suoi problemi. Sono, comunque, contento del ruolo dell’Italia, ma non completamente soddisfatto, perché non riesco a vedere un avvenire chiaro! L’Italia, per motivi spiegabili, non si è presentata (tipo di riforme, soldi previsti, tempi) con le borracce piene e per il momento ne ha pagato il fio, anche se si è portata a casa un discreto bottino, che se aggiunto al Mes sulla salute (i Ministri della salute e dell’economia tanto prudenti ma determinati richiedano tutti i miliardi Mes subito in attesa del recovery fund che arriverà tra un anno) sarebbe stato un risultato eccezionale, salvo che il Presidente non appoggi quella parte di Governo che non lo vuole (5Stelle, come all’opposizione Meloni e Salvini), ma l’Italia ha distanziato e diviso i gruppi dell’opposizione interna: Berlusconi sì al Mes e sostanzialmente d’accordo con il governo per come ha operato in Europa, Meloni non male l’Italia, ma si poteva fare di più, Salvini e Bagnai i soldi di Bruxelles sono una “fregatura”.
La politica non è tifo – La politica prima di tutto non è tifo (se lo mettano bene in testa i Parlamentari populisti di ogni razza e loro seguaci), è sacrificio, illusione, immaginazione, mediazione con obiettivi certi, scelta, progetti per il futuro, riformismo, passione civile e sociale e chi afferma che il riformismo è il meno peggio è politicamente tarato e non conosce la storia. Il francese Macron e la tedesca Merkel, da veri e non discontinui europeisti, hanno capito che per le problematiche l’Italia, in crisi economica prima del Covid, ha dovuto aumentare il già consistente suo debito pubblico, ma l’Italia non può pensare che tutto è emergenza e rinvio, per cui deve saper costruire un Paese moderno.
Non servono gli egoismi di parte – Quindi niente trionfalismo e il “Governo” sia capace di risposte comuni e responsabili. I problemi non potevano essere risolti singolarmente da ogni Stato, ma solo con la solidarietà europea. Con questa proposta politica, sono stati convinti i paesi aderenti alla Ue e le rispettive opinioni pubbliche. La Merkel “nuova era per l’Europa” ci ha messo nella sua proposta un po’ di enfasi, un pizzico di utopia e ha convinto il popolo tedesco. Grazie ma non basta! Vogliamo più integrazione Europea, più attenzione all’ambiente (in Italia abbiamo i fondi ma la burocrazia ci impedisce di spenderli), una sanità europea, meno paradisi fiscali, sempre meno aree non controllate che rubano lavoro, politiche comuni sociali e del lavoro, fiscali, economiche, della difesa. Tutto senza egoismi di parte.
C’è bisogno di nuovo lavoro – Ora il Governo italiano investa nel cambiamento del Paese, non in assistenza e interessi personali, i tanti soldi della solidarietà europea; si prometta, quando la torta sarà finita, di non appoggiare sulle spalle dei giovani un debito pubblico “importante”, si chiedano controlli, rigore sugli investimenti, si coinvolga l’opposizione (i tecnici hanno elencato per Villa Pamphili 81 problemi da cui mancavano la montagna e il terremoto del centro Italia). Lo strumento l’ha fornito l’ex Senatore di Firenze, Stefano Passigli, con l’Alto Commissariato che è già nella normativa. Servirà confrontarsi con le forze sociali spingendole a essere più moderne, così saranno più forti nel contribuire alla crescita del Paese. Sono convinto che alle forze sociali non basterà la cassa integrazione e il rinvio, perché sanno che sono strumenti a termine per la difesa degli attuali posti di lavoro. C’è bisogno di nuovo lavoro! Si difenderà l’occupazione esistente, ma si dovranno creare le condizioni per attrarre nuova occupazione con investimenti finalizzati, possibilmente privati, nazionali ed esteri.
Giulio Lattanzi
20 ottobre 2020