Lo scontro fisico, lo sberleffo o qualcosa di più manesco contro il diverso, nella nostra subcultura c’è sempre stato, ma mai come ora ci siamo sentiti avvolti da un clima di odio, di mancanza di rispetto della persona umana, di allontamento forzato di chi cerca aiuto, di emarginazione di coloro che sono differenti da noi: bisogna recuperare la necessaria umanità e il senso del dovere (non esiste alcun diritto o uguglianza senza libertà) verso se stessi e gli altri.
Occorre sanare il nostro “corpo” malato con più democrazia rappresentativa (non vuol dire fare ciò che si vuole: la democrazia ha le sue leggi e dovrebbe difendere se stessa). La violenza è un cancro che va eliminato dalla nostra società!
Questa triste situazione è stata confermata, se ve ne fosse stato ancora bisogno, dall’uccisione volontaria a Colleferro del giovane italiano Willy (chi non ha la cultura del rispetto pensa di emergere con la fisicità e molti avevano paura dei picchiatori addestrati e la caserma delle forze dell’ordine era a cinquanta metri dal delitto), dalla morte per speronamento a Caivano della sorella perché amava “un trans” (ora alcuni partiti dicono, ferma in Parlamento da alcuni anni, approviamo subito la legge contro l’omofobia), dallo stupro a Pisticci, da parte di un branco di uomini, di due sorelle inglesi.
Devo dire per la verità, mi ha molto impressionato il delitto di Colleferro, anche perché rappresenta il culmine dell’odio e violenza che ammorba le nostre strade. Odio che è ampliato dalle “scandalose” foto sui social, le canzoni che incitano alla violenza, la diversità rappresentata come inferioriorità… Tutti i partiti hanno condannato, compreso il Presidente del Consiglio, l’orrendo delitto di Colleferro, ma i raggrupamenti partitici dovrebbero prevenire le situazioni – non si lava la coscienza con una dichiarazione o con la scusa “io l’avevo detto” -, invece hanno permesso, senza intervenire, che il degrado culturale e morale giungesse a limiti non più accettabili.
Si è governato, in questi anni – si fa per dire – il paese in modo liberistico senza adeguati controlli, quasi mai è stato applicato il metodo marxista o liberale (senza “conoscenza” è difficile conoscere la differenza tra liberista e liberale) o una miscela tra i due con in più una forte dose di pragmatismo: ora questa classe “politica” di incapaci – da una destra pericolosa a una sinistra senza progetti e gli altri senza traccia – dà tutta la propria colpa dei propri ritardi nell’applicazioni delle leggi alla burocrazia, e pensa di superare questi ostacoli con tempi brevi e modalità flessibili, facilitando inconsapevolmente nei fatti una grave dose di corruzione.
Una politica sempre più debole ha facilitato chi portava, in una società instabile e senza sogni per un domani pieno di paure, qualunquismo, populismo, sovranismo, e ha indicato la via di cercare un nemico – tra cui la cosidetta “casta” – su cui sfogare la propria rabbia, alla quale si è aggiunto l’invecchiamento e forse la trasformazione delle strutture rappresentative.
Il rimanere tanto in casa per il Covid ha fatto pensare, riflettere, guardare negli occhi i propri cari e capire quanto è fragile la nostra vita e la maggioranza ritiene sbagliata e strumentale ogni tipo di violenza (ci vorrà tempo per ripulire il Paese dall’odio: cultura, impegno, centralità del lavoro, istruzione – anche se per l’apertura della scuola non si è parlato di contenuti o di un patrimonio scolastico fatiscente, ma della data d’arrivo dei banchi a rotelle e di altre questioni marginali – , avvio a soluzione concreta dei problemi sociali e sanitari, territoriali e molto altro; alcune indicazioni indispensabili per superare questa situazione): una parte di questa maggioranza si è fermata un giro perché è profondamente delusa da questa classe “partitica” che in tutti questi anni di “potere” non ha avuto una idea, ha abbandonato interi territori e settori a se stessi e agli altri, non è stata capace di mettere un freno a un Paese che scivolava sempre più in basso.
Lattanzi Giulio
14 ottobre 2020